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Fca cambia il vertice di Alfa Romeo e Maserati

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Fca cambia il vertice di Alfa Romeo e Maserati

Sergio Marchionne e Reid Bigland in una foto del 2011 (Bloomberg)
Sergio Marchionne e Reid Bigland in una foto del 2011 (Bloomberg)

Fiat Chrysler cambia il vertice di Alfa Romeo (e Maserati) in piena fase di lancio della Giulia. Harald Wester, da anni alla guda di Alfa Romeo e Maserati oltre che dell'intero settore tecnico del gruppo, viene sostituito con effetto immediato, nei ruoli di responsabile dei due marchi sportivi, dal canadese Reid Bigland. Wester rimane Chief technology officer di Fca. Sia Bigland che Wester continueranno a far parte del Group Executive Council (Gec), il più elevato organo decisionale a livello di management di Fca. Bigland era già responsabile delle Vendite di Fca negli Usa e amministratore delegato di Fca in Canada, ruoli che manterrà.

«Sono grato ad Harald per il lavoro svolto negli ultimi anni nel creare una solida struttura tecnica per i nostri due marchi premium, lavoro culminato nei recenti lanci del Maserati Levante e dell'Alfa Romeo Giulia. E' ora giunto il momento di indirizzare i nostri sforzi verso l'espansione commerciale a livello globale di questi due marchi e sono convinto che Reid sia la persona migliore per portare a termine questa missione.

Negli ultimi sette anni, Reid e' riuscito ad ottenere risultati straordinari a livello di crescita delle vendite e della quota di mercato negli Stati Uniti e in Canada, gestendo allo stesso tempo la crescita e il posizionamento dei marchi Ram e Dodge » afferma nel comunicato di Fca Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca.

Wester, arrivato nel gruppo nel 2004, è uno dei manager di Fca di origine Fiat e uno dei fedelissimi di Marchionne. In realtà l'avvicendamento al vertice di Alfa Romeo in un momento decisivo per il rilancio del marchio è tutt'altro che normale; Wester paga i ritardi nel lancio della Giulia dovuti a problemi tecnici, e forse - per quanto riguarda Maserati - la frenata delle vendite che, dopo il boom del 2014, sono scese l'anno scorso e ancora all'inizio di quest'anno, costringendo lo stabilimento di Grugliasco alla Cassa integrazione.

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