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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 16:21.
Tanta confusione, norme interpretate in modi diversi e l'inevitabile caccia alla scappatoia. Il B-day – ossia il primo vero giorno in cui è in vigore il bollo applicato ai dossier titoli secondo quanto previsto dalla manovra varata la scorsa settimana – assomiglia molto a una falsa partenza: con i consulenti finanziari degli istituti di credito che rispondono a fatica ai quesiti della clientela. In attesa, peraltro, di chiarimenti da parte dell'agenzia delle Entrate e dell'Abi, l'associazione bancaria italiana. Per verificare l'affidabilità sulle informazioni relative alla nuova normativa, ci siamo proposti come clienti presso le filiali di alcuni istituti di credito e abbiamo interpellato i call center di alcune banche online. Che mostrano incertezza su alcuni punti e maggiore sicurezza su altri: anche se non sempre a proposito.
Per esempio sul calcolo delle soglie – meno di 50 mila euro, da 50mila in su, dai 150mila in su, dai 500mila in su – le opinioni sono varie: «Per capire quanto si deve pagare di bollo si calcola la giacenza media nel trimestre - ci dice un consulente di Intesa Sanpaolo dell'agenzia di via Silva, a Milano, interpellato sull'argomento ieri pomeriggio – e nel trimestre successivo si paga il proquota relativo». «Basta lo sforamento di un solo giorno oltre la soglia, per esempio dei 50mila euro e si paga fino al 2012 70 euro e dal 2013 230 euro» fa sapere invece l'addetto contattato al call center di Ing Direct, contattato al telefono ieri mattina. Una lettura della norma confermata dalla collega operativa in UniCredit, incontrata ieri pomeriggio presso la filiale di viale Ranzoni, sempre a Milano. Il punto in verità solleva qualche perplessità tra i tecnici: perché l'impatto della progressività delle aliquote introdotta dalla manovra, come osserva un banchiere che preferisce l'anonimato, trasforma il bollo in una vera patrimoniale. Anche qui, l'ultima parole spetterà all'Agenzia.
Considerazioni ancora lontane per altri intermediari, ben lungi da considerare già in vigore la manovra varata la scorsa settimana: «Per ora leggiamo queste notizie sui giornali – ci dice una consulente di Chebanca!, interpellata ieri sera –. Indicazioni precise non ce ne sono, non c'è nulla di ufficiale. Per tutti i conti di deposito, a prescindere dall'importo, si paga un bollo di 34,20 euro che si somma a quello per la piattaforma online mensile; in totale sono 58,20 euro l'anno». Alle 20 di ieri sera il documento informativo pubblicato online sui conti dell'istituto retail del gruppo Mediobanca conferma, con un'aggiunta «se il saldo del Conto Titoli è stato, nell'anno, sempre inferiore a 1.000 euro l'imposta si riduce a 1,81 euro». Ultimo aggiornamento, 20 maggio 2011.
Risposte in libertà anche sul capitolo "split" del conto titoli: «Stiamo ricevendo molte chiamate su questo punto – dice l'addetto di Ing Direct -: chi ha per esempio 80mila euro pensa di suddividere il proprio patrimonio in due porzioni per restare sotto la soglia dei 50mila annui». E voi cosa consigliate? «Noi forniamo le informazioni: dipende se il conto di appoggio è cointestato oppure no; in ogni caso è possibile aprire un altro conto corrente con noi, visto che non costa nulla, e agganciare a questo secondo conto il secondo dossier». «Difficile dare un consiglio – risponde con cautela il bancario di Intesa Sanpaolo, che però poi si sbilancia – certo, perchè no, si può fare. Anche se è consigliabile spostarsi sul risparmio gestito e assicurativo, viste anche le difficoltà che vivono i mercati».
Che la manovra stia cambiando l'offerta bancaria è confermato da Fineco: la piattaforma online del gruppo UniCredit faceva aprire un dossier titoli al proprio cliente anche solo per la sottoscrizione di fondi comuni o di Sicav, a differenza da quanto accadeva presso altri istituti di credito. Questo vincolo oggi decade, in ragione dell'introduzione delle soglie che a regime, nel 2013, imporanno un bollo dai 230 euro a partire dai 50mila euro fino ai 1.100 euro l'anno oltre i 500mila.
Peraltro l'articolo 23 comma 7 della manovra – su cui le banche attendono conferme dall'agenzia delle Entrate – prevede in sostanza che lo split dei conti titoli è inutile, in quanto la soglia si calcola sulla giacenza «presso ciascuna banca», a prescindere cioè dal numero di dossier in cui è suddiviso il proprio capitale. Diverso il discorso, invece, per chi apre conti correnti e conto titoli in diverse banche; posto che ciò sia funzionale alle proprie esigenze e capacità di gestione. Bollo e superbollo stanno cambiando il profilo dei portafoglio degli italiani; anche se qualche incertezza dal lato dell'offerta bancaria persiste: «Non è necessario attivare un dossier titoli per polizze e certificati di deposito – ci dicono a UniCredit – per i fondi ancora non si sa bene». Di opinione opposta il consulente di Intesa Sanpaolo che però scivola sulle obbligazioni della banca: «Sì, per quelle aprire un dossier è necessario».
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