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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2011 alle ore 15:14.
Il cantiere sempre aperto delle pensioni produce un dedalo di novità. Orientarsi nel labirinto non è cosa facile. Ogni anno entra in vigore qualche regola nuova, magari a distanza di molto tempo dalla data di approvazione della legge che l'ha introdotta (si pensi alle quote delle pensioni di anzianità, che continuano a crescere fino al 2013 sulla base di norme approvate nel 2007). Questo accade perché la gradualità sembra essere la parola d'ordine che guida il legislatore ogni volta che approva riforme previdenziali. Pare utile, quindi, provare a mettere in fila, secondo un criterio cronologico, tutti gli istituti previsti dalla legislazione vigente che entreranno a regime nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
2011: al via la solidarietà
A partire dal 1° agosto diventa operativo il contributo di solidarietà sulle cosiddette "pensioni d'oro". Si tratta di una trattenuta secca che si applica sulle pensioni più alte, che trova l'unica (ed esplicita) giustificazione nelle esigenze di finanza pubblica. Il contributo si applica in maniera diversa secondo gli scaglioni di pensione (si veda anche la tabella riportata sotto). Fino a 90mila euro lordi, non si applica alcuna trattenuta. Per lo scaglione di pensione compreso tra 90 mila e 150mila euro lordi, si applica una trattenuta del 5%; per lo scaglione successivo, la trattenuta cresce al 10 per cento.
Sempre nel 2011, ma alla fine dell'anno, arriva un doppio appuntamento. L'Istat deve rendere noti i dati sulle speranze di vita che serviranno per adeguare l'età delle pensioni, e il Governo deve quantificare gli sgravi contributivi (e fiscali) destinati alla retribuzione variabile.
2012: blocco perequazioni
Il 1° gennaio 2012 entrano in vigore molte delle novità contenute nella manovra appena approvata (legge 111): la penalizzazione delle pensioni di reversibilità per gli ultrasettantenni che contraggono matrimonio con persone molto più giovani (norma che mira a contrastare i matrimoni di comodo finalizzati solo a percepire la pensione); la riforma del processo sulle pensioni di invalidità; la crescita della finestra per chi va in pensione con 40 anni di contributi (crescita che continua al 1° gennaio del 2013 e del 2014). La disposizione che interessa più persone è, tuttavia, quella che determina il blocco della perequazione per le pensioni superiori a 2.380 euro (e l'applicazione parziale, solo al 70%, per chi ha una pensione inferiore a tale importo ma superiore a 1.430 euro). Infine, l'età per la pensione di vecchiaia delle donne del pubblico impiego passa da 61 a 65 anni. Il 6 gennaio, poi, entrerà in vigore la norma che prevede il cambiamento degli statuti delle casse di previdenza private.
2013: la speranza di vita
Il 2013 è l'anno in cui inizia a funzionare il sistema di adeguamento automatico delle anzianità pensionistiche alla speranza di vita. Secondo questo sistema, introdotto dalla manovra d'estate dello scorso anno (legge 122/2010), ogni tre anni l'Istat certifica le speranze di vita e, se queste crescono, automaticamente crescono i requisiti anagrafici per le pensioni di vecchiaia e di anzianità. Questo sistema doveva entrare in vigore nel 2015: il decreto legge 98 lo ha anticipato al 2014 e la legge di conversione ha previsto un'ulteriore anticipazione al 1° gennaio 2013. Da tale data cresceranno di tre mesi i requisiti anagrafici di tutte le pensioni, di vecchiaia e di anzianità, e con cadenza triennale tali requisiti potranno ancora crescere. Sempre nel 2013 entra a regime la nuova quota delle pensioni di anzianità (diventa 97, con almeno 61 anni di età, per i lavoratori subordinati, e 98 con almeno 62 anni di età per gli autonomi).
Dal 2016 in poi: la vecchiaia
Nel 2016 e nel 2019 si verificano ben due tornate di aggiornamento delle speranze di vita, che con grande probabilità aumenteranno ancora le età anagrafiche necessarie per la pensione di almeno sei mesi. Questa crescita farà lievitare tutti i requisiti di età previsti dalla legge, compresi quelli che a partire dal 2020 si applicheranno per le pensioni di vecchiaia.
Così, quando nel 2020 inizia a funzionare il meccanismo di crescita del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia delle donne nel settore privato, il requisito di base non sarà più di 60 anni, ma sarà cresciuto di almeno sei mesi. Da questa data inizieranno a crescere i mini scalini che nel 2032 porteranno l'anzianità anagrafica minima a 65 anni (più i mesi aggiuntivi dovuti alla speranza di vita).
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