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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2011 alle ore 15:27.

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ROMA - «È essenziale che Governo e Parlamento attuino in tempi brevi la delega fiscale e assistenziale, definendo un regime di tassazione che modernizzi l'Italia e sia più favorevole alle famiglie, al lavoro e all'impresa. Ma, certamente, è la crescita l'obiettivo essenziale». È quanto ha annunciato ieri il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, nella sua informativa alle Camere sulla crisi finanziaria di queste ultime settimane.

Accelerazione della delega e misure per la crescita potrebbero viaggiare di pari passo. Per questo non è del tutto esclusa la possibilità di valutare il possibile stralcio di alcuni principi indicati dal disegno di legge delega e trasformarli in norme immediatamente operative proprio per sostenere la crescita. Tra queste misure il mondo produttivo vedrebbe con favore l'arrivo di incentivi alla capitalizzazione delle imprese, così come l'alleggerimento dell'Irap che oggi grava sul costo del lavoro. Non solo. Per giocare d'anticipo sui tempi della delega e garantirsi possibili risparmi il Governo potrebbe accelerare il processo di analisi delle sovrapposizioni e duplicazioni delle agevolazioni fiscali con quelle previdenziali e assistenziali.

Il primo anticipo della delega potrebbe essere, dunque, l'introduzione nel nostro sistema tributario di un Aiuto alla Crescita Economica (Ace) con cui favorire la capitalizzazione delle imprese. Una sorta di ritorno della Dual income tax (Dit), rivista e corretta, che renda deducibile il rendimento del capitale di rischio, valutato tramite l'applicazione di un rendimento nozionale di capitale proprio.

La misura, contenuta nell'articolo 7 del Ddl delega - per altro approdato alla Camera ma non ancora ufficialmente assegnato alla Commissione Finanze di Montecitorio - consentirebbe di riequilibrare il carico fiscale Ires sulle fonti di finanziamento con una riduzione del l'imposizione sui redditi che arrivano dal finanziamento con capitale di rischio. L'Ace, oggetto delle richieste formulate oggi dalle stesse imprese nel corso del confronto tra Governo e parti sociali di oggi a Palazzo Chigi, prevedendo un premio fiscale a chi incrementa la disponibilità di capitale in azienda, favorirebbe possibili iniziative di rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese, nonché l'avvio di nuove iniziative produttive.

L'altra partita da giocare in anticipo sui tempi della delega fiscale potrebbe essere quella dell'Irap. Secondo il principio indicato nell'articolo 6 del Ddl il Governo dovrà procedere all'abolizione dell'Imposta regionale «con prioritaria esclusione dalla base imponibile del costo del lavoro». Partendo da quest'ultimo aspetto, un incentivo immediato alla crescita e al sostegno del mondo produttivo, potrebbe arrivare con un allargamento della deduzione delle quote del costo del lavoro dalla base imponibile Irap. Una misura che sarebbe in linea, come si legge nella relazione al Ddl delega, con gli interventi che dal 2004 hanno introdotto misure di riduzione dell'Irap sulla componente costo del lavoro. La riduzione dovrà comunque tener conto di quanto già indicato dal federalismo regionale che consente ai governatori, a decorrere dal 2013, di azzerare l'Irap o ridurne il prelievo con l'introduzione di deduzioni mirate.

Capitolo a parte è l'armonizzazione dello stato fiscale con quello sociale, prevista dall'articolo 10 della delega fiscale e assistenziale. Secondo quanto disposto dalla manovra di stabilizzazione finanziaria approvata a metà luglio, la razionalizzazione si dovrà concludere entro ottobre 2013 e dovrebbe garantire non meno di 4 miliardi di euro.

Si tratterebbe, dunque, di anticipare, magari al 2012, questo delicato processo che è finalizzato ad evitare, come si legge nella stessa relazione che accompagna il Ddl delega, «dispendiose duplicazioni di servizi e sovrapposizioni», nonché a realizzare «una reale gestione integrata del welfare assistenziale».

Allo stesso tempo si potrebbe accelerare sulla riqualificazione e integrazione delle prestazioni socio-assistenziali in favore dei «soggetti autenticamente bisognosi». Come prevede la delega frenando, con una riformulazione degli interventi, l'erogazione di contributi monetari diretti (ad esempio l'indennità di accompagnamento) sempre più fuori controllo in diverse aree del Paese.
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