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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 09:59.

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Il contributo di solidarietà interesserà quote marginali di contribuenti Irpef. Lo 0,95, lo 0,6% ovvero lo 0,17 per cento, a seconda delle ipotesi circolate ieri. In queste ore di febbrili calcoli sul livello a cui fermare l'asticella della super-imposta, questa resta l'unica certezza. Rispetto al doppio scaglione definito con il decreto di Ferragosto, con un prelievo del 5% fra i 90mila e i 150mila euro che raddoppia al 10% sopra i 150mila, si sta infatti valutando la possibilità di salire sopra i 100mila o i 120 mila euro. Le fasce di reddito sopra questa soglia dovrebbero essere sottoposte a un contributo di solidarietà che potrebbe essere anche unificato al 10% per mantenere quanto più possibile invariato un saldo di entrate supplementari per 3,8 miliardi nel prossimo triennio.

Dalle analisi del Dipartimento delle finanze sulle dichiarazioni 2010 emerge che su 41 milioni di contribuenti sono, per l'esattezza, 511.534 quelli che hanno denunciato un reddito sopra i 90mila euro. In pratica, l'1,23% della platea complessiva. Escludendo la fascia tra i 90mila e i 100mila si eviterebbe di tassare 117.207 contribuenti. Se il limite minimo per applicare il contributo fosse, invece, portato a 120mila euro sarebbero tenute fuori altre 145mila persone. In definitiva, qualora si optasse per circoscrivere la super-Irpef ai redditi superiori a 100mila euro, dovrebbero pagare 394.327 contribuenti (pari allo 0,95% del totale). Se si preferisse concentrare ulteriormente il prelievo, colpendo i redditi sopra i 120mila euro, i soggetti coinvolti sarebbero 249.313, ovvero lo 0,6% del totale. I tecnici del ministero sono appunto a lavoro per bilanciare la possibile riduzione dei destinatari della super-Irpef con l'assoggettamento a una sola aliquota in maniera da salvaguardare il gettito atteso.

Nella serata di ieri è anche circolata in ambienti della maggioranza una soluzione più estrema che renderebbe estremamente complicato il raggiungimento di questo obiettivo (a meno da non accompagnarlo con una manovra sull'Iva), con un unico prelievo del 5% sopra i 200mila euro. In questo caso, i soggetti interessati sarebbero appena 71.989, pari allo 0,17% dei contribuenti Irpef.
Andando nel dettaglio, i lavoratori dipendenti potenzialmente coinvolti sarebbero 231mila (con l'asticella fissata a 100mila euro), 146mila (con limite minimo a 120mila) o 42.335 (con limite sopra i 200mila euro). Nell'ipotesi meno estrema – i 100mila euro – sarebbero esentati, rispetto all'attuale disciplina del contributo, 69mila soggetti.

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TAG: Irpef

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