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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 09:56.

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Nuovo di no di Confindustria alla super Irpef. In un'intervista a Repubblica la presidente Emma Marcegaglia si dice «totalmente in disaccordo con il contributo di solidarietà». Bocciando poi la tassazione come quella a cui vogliono sottoporsi ricchi manager e imprenditori francesi: «In Italia la situazione è completamente diversa, da noi una tassa di quel tipo servirebbe soltanto a far pagare di più chi le tasse le paga già con un prelievo che complessivamente sfiora il 50%».

L'unica condizione a cui la numero uno degli industriali sarebbe disposta a parlarne è se ci fosse la «garanzia che lo Stato si ritirasse, riducesse i suoi confini. Il patrimonio immobiliare – spiega – pubblico arriva a 500 miliardi di euro. Da noi le società controllate dagli enti locali sono per 4/5 in perdita». Oltre a respingere l'ipotesi di un condono fiscale Marcegaglia si esprime negativamente sull'ipotesi di ritassare i capitali scudati avanzata dal Pd, perché «è incostituzionale».

Spazio poi al capitolo pensioni. La presidente di Confindustria è d'accordo con Bersani sul fatto che «le pensioni non servono per fare cassa» ma chiede di «accelerare il superamento delle pensioni di anzianità per una ragione di giustizia tra generazione e di equiparazione con l'Europa, in cambio di una graduale riduzione del carico contributivo a cominciare da quello sui lavoratori più giovani». Auspicando al contempo che venga eliminata la Robin Tax sulle industrie energetiche e aumentata l'Iva al 21 per cento.

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