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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2012 alle ore 19:32.

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Abitazione principale o seconda casa? Il quizzone dell'Imu non vale solo per gli alloggi, ma anche per i garage, le soffitte, i magazzini e le cantine. In una parola, tutte le «pertinenze», che pagheranno l'acconto di giugno con la tassazione leggera prevista per le prime case (aliquota allo 0,4% e detrazione di 200 euro) oppure con quella per gli altri fabbricati (aliquota allo 0,76%).

Il limite è fissato dal decreto salva Italia: con l'abitazione principale, può essere tassata al massimo un'unità per categoria catastale C/2, C/6 e C/7. Il problema, però, è che vanno conteggiate anche le pertinenze iscritte in catasto insieme alla casa. E le istruzioni operative sono arrivate solo pochi giorni fa con la circolare 3/Df delle Finanze: in pratica, se insieme all'alloggio sono accatastate una soffitta e una cantina (entrambe iscrivibili a parte come C/2), si potrà trattare come pertinenza dell'abitazione principale solo un'altra unità, a scelta tra C/6 e C/7 (si vedano gli esempi nel grafico).

Definizione tutta statale
Per stabilire che cosa sia una pertinenza, si deve fare riferimento al Codice civile (articoli 817 e seguenti), perché la definizione è riservata al legislatore statale, secondo quanto stabilito nell'articolo 52 del decreto legislativo 446/97. La norma che autorizzava i Comuni a disciplinare la materia è stata abrogata dall'articolo 13 del decreto legge 201/2011. Quindi le eventuali regole adottate dai Comuni si devono ritenere illegittime e potranno essere ignorate dai contribuenti. Si pensi ai regolamenti Imu che impediscono di considerare pertinenziali i box auto situati a più di 500 metri dalla casa. In caso di accertamento, il proprietario potrà impugnare l'avviso, chiedendo al giudice tributario – in via pregiudiziale – la disapplicazione del regolamento comunale. Anche se, trattandosi di un'agevolazione, in linea di principio la prova della spettanza compete al contribuente.

Pertinenze da dichiarare
Un altro punto critico riguarda l'obbligo di dichiarare le pertinenze ai fini dell'Imu. In attesa del decreto ministeriale che approverà il nuovo modello dichiarativo e le istruzioni, si può ritenere che le unità a servizio della casa dovranno essere dichiarate. Nei fatti, in tutti i casi in cui l'unità ha un classamento autonomo rispetto all'abitazione bisognerà mettere il Comune a conoscenza del vincolo pertinenziale, dato che si tratta di una condizione non ricavabile dagli atti catastali. A maggior ragione in presenza di più unità: si pensi, per esempio, a due box auto adiacenti a una villetta (entrambi in C/6) oppure a un magazzino e a una legnaia (in C/2).

Per le pertinenze già esistenti al 1° gennaio 2012, l'obbligo dichiarativo scade il 30 settembre prossimo. A regime, la dichiarazione Imu dovrà essere presentata entro 90 giorni dalla data in cui il contribuente intende far valere la particolare qualifica civilistica. Comunque, dato che la disciplina dell'Imu non condiziona il riconoscimento della qualità di pertinenza alla presentazione della denuncia tributaria, lo sconto dovrebbe competere anche in caso di mancata dichiarazione. In questo caso, scatteranno le sanzioni per la violazione dell'obbligo dichiarativo ma – in presenza dei requisiti di legge – non si potrà negare al proprietario il diritto di pagare lo 0,4 per cento.

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