Il cerchio finalmente si chiude. E a chi in questi mesi si è chiesto a cosa servissero i dati di quasi 1,4 miliardi di fatture il Fisco è pronto a rispondere con una lettera di compliance. L’esatto opposto della pesca a strascico: si tratta, infatti, di un’operazione mirata che punta a individuare i contribuenti per i quali emergono anomalie e incongruenze tra le fatture comunicate con lo spesometro e i corretti “pagamenti” dell’Iva. In aiuto del Fisco arriva anche Serpico, ossia la banca dati per i Servizi ai contribuenti che consente ai verificatori di incrociare milioni di dati fiscali. Ma vediamo nel dettaglio.
L’accesso ai dati da Serpico
Da gennaio la procedura Serpico si è arricchita di una sezione di lavoro chiamata «Dari rilevanti Iva - Portale F&C». Attraverso il link i verificatori (nel rispetto delle procedure interne e della privacy) potranno accedere esattamente alla stessa area di consultazione dei dati Iva accessibile dal contribuente attraverso il portale delle Entrate denominato «Fatture e corrispettivi».
La consultazione
Nell’area di «Consultazione Iva» la schermata che si apre consente ai verificatori di visualizzare i dati in sintesi delle fatture emesse e ricevute relative all’arco temporale considerato. I prospetti forniscono, per il trimestre selezionato, i dati di sintesi sul numero dei documenti trasmessi dal contribuente su fatture emesse e ricevute e il numero dei documenti trasmessi dalle controparti per fatture emesse e ricevute relative al contribuente selezionato.
Il periodo di riferimento
Il programma fornisce al verificatore che lo sta consultando il numero complessivo dei documenti (fatture, note di variazione e bollette doganali) nel trimestre in corso. La selezione delle informazioni del portale «Fatture e corrispettivi» accessibile da Serpico in base al periodo di interesse considera esclusivamente la data di emissione dei documenti, anche nel caso in cui l’interrogazione riguardi le fatture ricevute.
Il dettaglio delle informazioni
Il programma delle Entrate consente di far emergere per ogni fattura “caricata” la partita Iva del fornitore, il numero della fattura, la data di emissione e registrazione del documento, l’identificativo del cliente, l’imponibile, l’imposta e il soggetto che ha effettuato la trasmissione. Un’informazione particolarmente importante per il contrasto al fenomeno delle false fatturazioni è lo stato della partita Iva, ossia se è attiva o meno.
Le liquidazioni Iva
Il portale «Fatture e corrispettivi» consente anche la consultazione in un’area specifica delle liquidazioni periodiche Iva. Dall’incrocio delle informazioni tra dati delle fatture emesse dai fornitori e le mancate liquidazioni emergono attraverso un applicativo chiamato «Space» le possibili anomalie alla base delle comunicazioni di compliance inviate al contribuente per spingerlo al ravvedimento.
Cosa fare se arriva una lettera
Come anticipato, le comunicazioni di compliance che viaggiano via pec (posta elettronica certificata) sono finalizzate a regolarizzare eventuali omissioni o incompletezze. Quindi se il contribuente è effettivamente consapevole di una mancanza può sanarla, se riguarda le liquidazioni Iva, inviando nuovamente la comunicazione o riportando i dati corretti nella dichiarazione Iva e versando le sanzioni per il mancato invio della comunicazione.
Se, invece, il contribuente non ritiene corretti i dati delle fatture in possesso dell’agenzia delle Entrate, può chiarimenti o a segnalare eventuali elementi non considerati trasmettendo una relazione e l’eventuale documentazione in formato elettronico, utilizzando il canale di assistenza Civis, ancheattraverso un intermediario o un professionista abilitato.
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