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Dossier Quota 100, ecco le scadenze e le finestre utili per andare in pensione

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Dossier | N. 64 articoliPensioni 2019: requisiti e novità

Quota 100, ecco le scadenze e le finestre utili per andare in pensione

Con l’apertura dei canali per la presentazione delle domande di pensione anticipata, in quota 100 e opzione donna è partita la corsa all’uscita dal mondo del lavoro. Una corsa che però riguarda soprattutto i dipendenti pubblici che vogliono fruire della nuova possibilità di pensionamento con almeno 62 anni di età e 38 di contributi. Infatti, per effetto della finestra mobile di sei mesi, devono aver presentato la richiesta entro giovedì 31 gennaio se vogliono uscire con la prima decorrenza utile, cioè al primo agosto perché se iscritti a una gestione ex Inpdap maturano la decorrenza dal primo giorno successivo alla finestra.

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Contestualmente, però, devono anche aver presentato la domanda di collocamento a riposo all’amministrazione di appartenenza, che, in base all’articolo 4 del decreto legge 4/2019, richiede un preavviso di sei mesi rispetto alla decorrenza della pensione. Secondo i dati forniti dall’Inps, da martedì a mercoledì sono state presentate 5.532 domande. L’articolato meccanismo di applicazione delle finestre che il decreto legge ha introdotto per quota 100, opzione donna e pensione anticipata è stato illustrato nella circolare 11/2019 dell’Inps ed è sviluppato nel dettaglio nella tabella in pagina, da cui si può vedere come la data effettiva di cessazione dal lavoro cambi in relazione alla soluzione scelta e al settore in cui si è impiegati. Così se i dipendenti pubblici possono aver fretta per non perdere nemmeno un giorno di quota 100, le donne che scelgono opzione donna possono prendersela con calma nel presentare la domanda di pensionamento, dato che dalla maturazione dei requisiti alla decorrenza devono trascorrere da dodici a diciotto mesi.

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IL CALENDARIO DELLE USCITE
Le finestre tra la maturazione del diritto e la decorrenza della pensione

La circolare sottolinea la possibilità di accedere a quota 100 cumulando eventuali contributi versati in più gestioni, purché gestite dall’Inps. Ma l’accesso alla pensione con la quota potrà avvenire anche ricorrendo all’opzione al sistema contributivo introdotto dalla riforma Dini, esercitabile da quei lavoratori che hanno meno di diciotto anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, un’anzianità contributiva non inferiore a 15 anni di cui almeno 5 ricadenti nel sistema contributivo puro.

È inoltre possibile utilizzare il computo dei periodi contributivi nella gestione separata. Gli iscritti a quest’ultima, che possono far valere periodi contributivi presso la gestione dei lavoratori dipendenti, le forme esclusive e sostitutive della medesima, quelle dei lavoratori autonomi, hanno facoltà di chiedere il computo di questi contributi nella gestione separata, ai fini del diritto e della misura della pensione a condizione che optino per il calcolo interamente contributivo e che ne ricorrano le condizioni. Il computo riguarda tutti e per intero i periodi assicurativi (che devono collocarsi prima del 1996 o a cavallo del 1996), non essendo possibile un computo parziale. Un’opzione utilizzabile da chi è già pensionato e vuole aggiungere ulteriori contributi. L’Inps ricorda, inoltre, il divieto di cumulo dei redditi da lavoro fino all’età della pensione di vecchiaia per chi utilizza quota 100, fatta eccezione per i compensi prodotti da attività di lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro lordi all’anno. A fronte del superamento di tale importo o del mancato rispetto del divieto, scatta la sospensione dell’erogazione della pensione nell’anno in cui sono stati prodotti i redditi.

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