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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2011 alle ore 09:40.

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A causa della manovra di ferragosto, la pressione fiscale sui professionisti con redditi medio-alti supererà, a volte in modo significativo, il 50%, con punte, per il 2011 e per le fascie di reddito intorno ai 500mila euro, del 60 per cento.

Il fenomeno è dovuto a una serie di concause, alcune delle quali, peraltro, indipendenti dal contributo di solidarietà. I professionisti dotati di una struttura organizzativa, infatti, sono soggetti anche all'Irap (con l'aliquota base del 3,9%) che, a causa della composizione dei costi dello studio professionale, è spesso calcolata su un imponibile non molto dissimile dai compensi lordi.

I costi degli studi professionali, infatti, sono in larga misura rappresentati dagli stipendi o redditi assimilati che non sono deducibili dall'imposta regionale sulle attività produttive.

Pertanto - ma questa è una caratteristica propria dell'Irap che accomuna i professionisti agli imprenditori e prescinde dal contributo di solidarietà - l'incidenza dell'Irap sul reddito effettivo netto del professionista è sempre molto maggiore del tasso nominale.

A una pressione fiscale che, per i redditi più elevati, già supera il 50%, senza tener conto dei contributi previdenziali, si aggiunge per il triennio 2011-2013 il contributo di solidarietà il quale, già per redditi di poco superiori alla soglia di applicabilità, comporta un balzo della tassazione che manda il fisco in 'maggioranza'.

La tabella pubblicata qui a fianco mostra l'incidenza complessiva dell'Irap, dell'Irpef, delle addizionali e del contributo di solidarietà per fascie di reddito comprese fra 200mila euro e 2 milioni di euro, formulando diverse ipotesi di redditività netta rispetto ai compensi (50% o 70%) e di rapporto fra valore della produzione Irap e i compensi (80% o 95%).

I calcoli sono stati effettuati ipotizzando che il contribuente opti per l'aliquota progressiva del 48% nel caso in cui abbia un reddito compessivo Irpef maggiore di 544.520 euro, che dovrebbe essere la soglia al di sopra della quale il contributo di solidarietà, benché deducibile, risulta più oneroso dell'aumento dell'ultimo scaglione Irpef dal 43% al 48 per cento. Viene anche considerata la deducibilità del 10% dell'Irap dall'Ires. Le addizionali vengono mediamente stimate nell'1,7 per cento.
Come si può notare, l'impatto maggiore si verifica per i redditi del 2011 per i professionisti che - avendo redditi inferiori a alla soglia che consente l'opzione - dovranno pagare il contributo di solidarietà del 10% sui redditi superiori a 150mila euro.

Infatti, l'effetto positivo costituito dalla deducibilità del contributo si verificherà solo nella dichiarazione dei redditi per il 2012, anno nel quale il contributo per il 2011 verrà pagato.

Per il 2011, quindi, il contributo di solidarietà rischia di produrre effetti distorsivi sulla progressività dell'imposta. Lo si nota, ancora, dalla tabella pubblicata in questa pagina dove emerge che, per il 2011, a un reddito netto di 500mila euro corrisponde una pressione fiscale che va - a seconda della struttura di costi ipotizzata - dal 56,83% (se il reddito netto è pari al 50% dei compensi e il valore della produzione all'80%) fino al 62,61% (nel caso in cui il reddito netto costituisca il 70% del compensi e il valore della produzione il 95%); mentre per un reddito di 1 milione di euro l'incidenza complessiva delle imposte, per il 2011, scende (a seconda delle due ipotesi) dal 54,57% al 57,38%, per poi riprendere ad aumentare per redditi più elevati.

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