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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2014 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 15 luglio 2014 alle ore 21:17.

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Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunisce questa sera per discutere della risposta al fallimento della proposta di cessate il fuoco avanzata dall'Egitto. Lo scrive Haaretz.

Intanto Israele ha ripreso le operazioni nella Striscia di Gaza dopo sei ore «di attacchi unilaterali» di Hamas che ha sparato «47 razzi», ha affermato un portavoce militare. Il braccio armato del movimento islamista palestinese Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam, avevano infatti rifiutato la proposta egiziana di cessate il fuoco, minacciando di "inasprire" ulteriormente il conflitto con Israele. Niente tregua senza un accordo completo su Gaza, aveva detto il portavoce di Hamas. In conseguenza della ripresa dei raid, un palestinese di 77 anni è stato ucciso a Khan Yunes, nel sud della Striscia e un altro raid israeliano, a Jabalya, ha provocato il ferimento di almeno 10 persone.

Prima vittima israeliana
Un civile israeliano è rimasto ucciso oggi al valico di Erez (fra Israele e Gaza) da un colpo di mortaio sparato dalla Striscia. Lo annuncia radio Gerusalemme. È la prima vittima israeliana nel conflitto in corso con Hamas.

Mogherini: cessate il fuoco
«L'Italia è impegnata a livello bilaterale ed europeo per fare in modo che ci sia un rilancio di un processo politico di pace e per arrivare immediatamente ad un cessate il fuoco» a Gaza. Lo ha detto Federica Mogherini al termine dell'incontro alla Muqata a Ramallah con il presidente palestinese Abu Mazen.

La fine della tregua
Il governo israeliano, in mattinata, aveva deciso di accettare l'iniziativa egiziana per un cessate il fuoco dalle 9 di stamattina (le 8 in Italia), anche se il premier Benjamin Netanyahu ha subito precisato che «Israele è oggetto di un terrorismo mediante razzi. Se il fuoco continuerà, inasprireremo le nostre operazioni, col sostegno di elementi responsabili nella comunità internazionale».

In particolare Netanyahu ha subito addossato ad Hamas e alla Jihad islamica la responsabilità di aver respinto la proposta egiziana e, in seguito ai ripetuti lanci di razzi odierni, ha ordinato alle forze armate «di agire con forza contro obiettivi terroristici a Gaza».

Nella prima ora dalla fine della sospensione unilaterale delle ostilità l'aviazione israeliana ha colpito complessivamente in varie zone della striscia di Gaza 11 lanciarazzi e 2 tunnel utilizzati a fini militari. Fonti locali aggiungono che anche quattro palazzi di Gaza sono stati colpiti dall'aviazione di Israele.

Il presidente americano Barack Obama aveva salutato positivamente la proposta egiziana di cessate il fuoco in Medio Oriente, sperando che possa ristabilire la calma. Nel corso di una cena offerta in occasione del Ramadan, Obama aveva dichiarato che Israele ha il diritto di difendersi contro attacchi "inaccettabili", parlando però anche delle vittime civili palestinesi come una "tragedia".

Così, poco dopo il no di Hamas, la Lega araba è tornata stanotte a chiedere a israeliani e palestinesi di accettare la proposta egiziana di cessate il fuoco. Già mediatore nelle precedenti crisi tra Israele ed il movimento islamista Hamas, Il Cairo ieri aveva proposto una tregua a partire da stamani alle 6.

È di 194 il numero complessivo dei palestinesi rimasti uccisi a Gaza nei combattimenti con Israele, dopo una ulteriore nottata di raid in cui altre 7 persone hanno perso la vita. I feriti sono stimati in 1400 circa. E mentre su Israele continuano ad arrivare i razzi, Hamas rivendica di aver lanciato verso lo Stato ebraico alcuni droni, di cui uno intercettato ed abbattuto su Ashdod. Ma se il conflitto non si ferma, si intravedono tuttavia primi, timidi segnali di un possibile cessate il fuoco.

La proposta egiziana sarebbe stata accolta con favore da Netanyahu e prevedeva la cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri e la disponibilità ad accogliere, entro 48 ore dalla tregua, delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per aprire i negoziati. Proposta alla quale Israele ha risposto convocando il gabinetto di sicurezza all'alba, per esaminarne le condizioni.

Secondo il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, l'operazione «Protective Edge», lanciata la scorsa settimana da Israele sulla Striscia di Gaza, dovrebbe invece terminare con «il pieno controllo» delle forze armate israeliane sull'enclave palestinese. Lieberman ha auspicato che il Paese «fermi questo infinito esitare». Israele «deve andare avanti per la sua strada».

Oggi al Cairo, intanto, arriva il segretario di Stato Usa John Kerry per discutere - osservano alcuni analisti - i punti di caduta di un eventuale cessate il fuoco. Lo stesso presidente palestinese Mahmud Abbas sarà domani nella capitale egiziana per incontrare il capo di Stato egiziano, Abdel Fattah al-Sisi per esaminare «gli ultimi sviluppi della situazione» a Gaza «alla luce dell'iniziativa egiziana» per un cessate il fuoco.

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