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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2014 alle ore 15:35.
L'ultima modifica è del 28 luglio 2014 alle ore 16:29.

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«L'esito positivo ed encomiabile della complessa operazione, che ha consentito di recuperare la Concordia senza creare danni ambientali, ha rafforzato la mia convinzione di avere compiuto la giusta decisione, nel lasciarla adagiare sul basso fondale anziché correre il rischio che potesse inabissarsi». Questo il commento di Francesco Schettino, l'ex comandante della Costa Concordia dopo il trasferimento del relitto dall'isola del Giglio al porto di Genova. «Durante il trasferimento non ho mai avuto dubbi in merito al buon esito dell'operazione e rivedere la Concordia in porto credo possa essere ragione di riflessione in merito alle scelte compiute, dopo l'urto con il basso fondale delle Scole».

Ora si cerca l'ultimo disperso
Costa Concordia verrà ora avviata alla demolizione nello stesso scalo dove era costruita e varata nel settembre 2005. I primi lavori propedeutici allo smantellamento e al riciclo del relitto sono cominciati ieri, subito dopo l'ormeggio nel porto di Prà e il passaggio di proprietà della nave da Costa Crociere al consorzio Saipem - San Giorgio, con la sistemazione di una prima barriera di panne per impedire la fuoriuscita di liquidi o di altri materiali inquinanti. Una seconda barriera protettiva, costituita da una serie di grandi pannelli in pvc, verrà installata oggi intorno al perimetro della nave. Cominceranno intanto in queste ore le prime riunioni per organizzare le ricerche all'interno del relitto della 32esima vittima del naufragio, il cameriere indiano Russel Rebello, il cui corpo non è stato ancora ritrovato. «Il primo pensiero - ha ricordato l'ammiraglio Vincenzo Melone, comandante della Capitaneria di Porto di Genova, durante la conferenza stampa organizzata al termine delle operazioni di attracco - va chiaramente a quella persona che speriamo di poter ritrovare a bordo della nave».

Wwf: ora ripristinare il fondale dell'Isola del Giglio
Il presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi, concluse le operazioni di traino della nave, ha commentato affermando che si tratta di «un'operazione senza precedenti che Costa ha gestito con altissimo senso di responsabilità utilizzando le migliori capacità operative e professionali del Paese; un'operazione che lo Stato questa volta ha saputo dirigere e controllare facendosi orientare più dalla competenza tecnica che non dalle pressioni politiche». Ora però vanno ripristinati i fondali del Giglio. «È urgente un monitoraggio dello stato dei fondali interessati per programmarne il ripristino: é urgente e necessario rimuovere le piattaforme subacquee, i detriti rimasti, il taglio delle palificazioni e dei supporti piantati sui fondali, la rimozione di qualsiasi altra attrezzatura fissa e mobile del cantiere«. Insomma «il ritorno al Giglio come era dev'essere ora l'obiettivo di tutti».

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