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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2014 alle ore 16:29.
L'ultima modifica è del 02 agosto 2014 alle ore 21:25.

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Entro 24 ore saranno distrutti tutti i tunnel e le truppe di terra israeliane dislocate a Gaza rientreranno nei confini. Ma l'operazione "Confine protettivo" a Gaza «continua», ha spiegato il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un discorso alla nazione in diretta tv, al termine del 26mo giorno di operazioni : «Uno degli obiettivi dell'operazione - ha ricordato - è di riportare la pace a sud per lungo tempo». Il premier ha poi spiegato che, una volta che «i tunnel saranno stati distrutti, Israele valuterà ulteriori azioni in base alle nostre necessità di sicurezza e solo in base a queste».

Netanyahu, che ha convocato la stampa a Tel Aviv, per annunciare di fatto la conclusione unilaterale dell'offensiva. «Israele intende rischierare le sue truppe di terra inviate nella Striscia di Gaza, secondo le proprie esigenze di sicurezza, non appena completata la distruzione dei tunnel di Hamas», ha detto il premier in un discorso tv alla nazione durante il quale ha sottolineato a più riprese che il governo non abbassa la guardia «contro il terrorismo» e che comunque farà di tutto per riportare a casa il soldato disperso ieri, Hadar Goldin.

Il Governo di Gerusalemme non intende più raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia tramite negoziati con Hamas, ma piuttosto valutare la fine delle operazioni a Gaza e un ritiro unilaterale, una volta ottenuto però il ripristino della deterrenza. Nelle prossime 24 ore, per questo, l'esercito israeliano distruggerà tutti i tunnel conosciuti che collegano Gaza all'Egitto.

Aiuti ricostruzione solo dopo disarmo Hamas
"Chiederemo che ogni ricostruzione e sviluppo di Gaza sia legata al disarmo di Hamas e alla smilitarizzazione della Striscia", ha detto Netanyahu secondo il quale il supporto degli Usa e dell'Europa all'operazione a Gaza è una grande risorsa.

Madre del ragazzo rapito: non lasciate Gaza
Chiedo che lo Stato di Israele non lasci Gaza prima che mio figlio sia tornato a casa". E' l'appello arrivato dalla madre di Hadar Goldin, il sottotenente 23enne che sarebbe stato rapito da Hamas ieri, nel corso di un attacco contro le truppe israeliane a Gaza.
"Chiedo - ha detto ancora nel corso di una conferenza stampa alla quale era presente anche il padre del militare, Simcha Goldin, che è stato comandante di un battaglione dell'esercito - che lo Stato di Israele non abbandoni mio figlio e non abbandoni nessun figlio andato a difendere Israele". Stamattina Hamas, dopo aver rivendicato ieri il rapimento del sottotenente, ha detto che il soldato potrebbe essere rimasto ucciso in un bombardamento israeliano lanciato in risposta ad un attacco dei militanti.

Il numero dei morti nella striscia di Gaza é cresciuto fino 1.674 dall'inizio dell'intervento militare (78 palestinesi solo oggi). E israele decide di non cercare più la tregua con Hamas ma adottare una politica unilaterale. «Non c'é nessuna ragione per parlare di un cessate-il-fuoco con questa organizzazione: ci abbiamo provato in sei occasioni e non é uscito nulla», ha detto oggi il ministro israeliano degli Affari Strategici, Yuval Steinintz, confermando che il suo Paese ha deciso di mettere fine all'offensiva senza arrivare a un accordo con le milizie palestinesi.

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha analizzato il dilemma venerdì: se andare avanti nell'offensiva fino a distruggere Hamas, negoziare un cessate il fuoco attraverso l'Egitto o adottare una politica unilaterale. «Non vogliamo neanche premiarli con un accordo», ha detto una fonte vicina all'ufficio del premier, scartando il possibile accordo mediato dall'Egitto (che prevede tra l'altro l'annullamento del blocco su Gaza: misura in vigore da sette anni e la cui revoca é il successo che Hamas vorrebbe offrire alla popolazione stremata da ventisei giorni di guerra».

Intanto i razzi lanciati da Gaza continuano a colpire il sud di Israele, nelle comunità a ridosso della Striscia. Almeno cinque - dicono i media - sono caduti nella zona di Shaar Ha Neghev. Le sirene di allarme sono risuonate nelle località di Sderot e a Nahal Oz.

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