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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2014 alle ore 13:48.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2014 alle ore 07:30.

Nei prossimi giorni attese modifiche su referendum
È rinviato invece ai prossimi giorni il dibattito sugli altri punti suscettibili di modifiche. Sempre Finocchiaro ha infatti chiesto e ottenuto che oggi ci si fermi all'articolo 9 per aspettare il relatore di minoranza Roberto Calderoli, colpito da un lutto (ha perso la madre), prima di affrontare gli altri articoli, e in particolare l'articolo 10 sulle funzioni del nuovo Senato. Tempo aggiuntivo utile anche perché continua il confronto con Sel per convincere i senatori vendoliani a ritirare alcuni emendamenti. Il Governo ha infatti confermato la volontà di acconsentire a modifiche sul referendum, aprendo all'abbassamento della soglia di 800mila firme per la richiesta, e sull'allargamento agli eurodeputati della platea per l'elezione del capo dello Stato.
Il M5S sull'Aventino: «Legge porcata». Anche la Lega fuori dall'Aula
Dopo una settimana all'insegna dell'ostruzionismo, degli scontri e delle polemiche sul "canguro" e sul voto segreto (che ha visto però il Governo battuto in una sola occasione), le acque paiono quindi più calme, anche se il M5S ha confermato che non parteciperà ai lavori. «Questa legge porcata di riforma non merita la nostra presenza e partecipazione in Aula», ha affermato il capogruppo grillino al Senato, Vito Petrocelli. Anche la Lega resta fuori. Al termine di una riunione con la ministra Maria Elena Boschi, il capogruppo dei senatori del Carroccio, Gian Marco Centinaio, ha affermato che «al momento le risposte del Governo sono insoddisfacenti» per cui il Carroccio prosegue nella scelta, presa venerdì scorso, di non stare in Aula.
La partita della legge elettorale
Non è un mistero: la strada delle riforme procede su un doppio binario. Da un lato il ddl all'esame del Senato, dall'altro la legge elettorale il cui esame da settembre entrerà nel vivo in commissione Affari costituzionali, sempre a Palazzo Madama. Già domani Renzi e Berlusconi potrebbero incontrarsi per concordare le modifiche al patto del Nazareno e, in particolare, all'Italicum. Ci sarebbe accordo sull'innalzamento dal 37 al 40% della soglia sotto cui scatta il ballottaggio nazionale e anche sulla reintroduzione delle preferenze (con la clausola dell'elezione automatica dei capilista). Ed è al vaglio della maggioranza e di Forza Italia un intervento sulle soglie di sbarramento, ora previste al 4,5% per i partiti coalizzati e all'8% per quelli non coalizzati.
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