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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2014 alle ore 17:10.
L'ultima modifica è del 08 agosto 2014 alle ore 21:29.

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«Dobbiamo proteggere i civili iracheni e in particolare cristiani e yazidi perseguitati» dallo Stato Islamico, ha detto il capo della diplomazia, «e sostenere lo sforzo delle milizie curde Peshmerga per fermare» l'avanzata del gruppo. «Per questo», ha aggiunto, «condividiamo la scelta del presidente americano Barack Obama di intervenire».

Gran Bretagna, intervento umanitario non militare
La Gran Bretagna appoggerà gli Stati Uniti e paracaduterà «nel corso delle prossime 48 ore» dei viveri alla popolazione minacciata dall'avanzata dei jihadisti dello Stato islamico (Is) nel nord dell'Iraq. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Michael Fallon. «Abbiamo deciso oggi di assistere gli Stati Uniti nelle operazioni umanitarie avviate ieri. Anche noi pertanto sganceremo viveri, cosa che speriamo di fare nelle prossime 48 ore per portare soccorso alle persone intrappolate in una situazione critica sulle montagne», ha sottolineato Fallon al termine di una riunione straordinaria del governo. Il ministro ha confermanto che non è previsto un intervento militare.

Parigi pronta a difendere i civili perseguitati
La Francia è «pronta a prendere parte» alla lotta in difesa dei civili perseguitati dai jihadisti dello Stato islamico (Isis) in Iraq. È quantoha comunicato l'Eliseo, aggiungendo che il presidente francese Francois Hollande «accoglie con favore la decisione importante» di Barack Obama di «autorizzare raid aerei» Usa contro l'Isis.

Gli sfollati sono oltre un milione, disperati a Erbil
Oltre un milione. Tanti sono, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), gli sfollati in Iraq dopo l'avanzata dello Stato islamico. Non aiuta il caldo soffocante, con le temperature che arrivano fino a 48 gradi. Nelle ultime ore l'Unicef ha denunciato morti per fame e per sete. «Dopo gli ultimi eventi, a Erbil si sono riversati nuovamente migliaia di cristiani, in fuga da Qaraqosh, Bartella e Bashiqa», ha raccontato ad AdnKronos Marco Labruna di Un Ponte per Baghdad, sottolineando come al momento «non sia possibile fornire numeri precisi, ma le stime parlano di oltre 10mila persone», soprattutto cristiani, che tra ieri e oggi hanno raggiunto Erbil «in condizioni disperate».

I raid dell'aviazione irachena
Stamane l'aviazione irachena ha compiuto nuovi raid nelle province di Salahuddin e Ninive uccidendo più di 550 miliziani dello Stato islamico, il gruppo terroristico sunnita: lo riferisce in un comunicato l'intelligence militare di Baghdad. «Le forze aeree irachene, in coordinamento con l'intelligence militare, hanno effettuato raid nel villaggio sunnita di Mahmoudiyah e nella città di Qayyarah, dove erano in corso raduni miliziani dello Stato islamico», si legge nel comunicato. Nell'attacco sarebbero stati distrutti anche decine di veicoli blindati.

Terroristi e propaganda online
Lo Stato islamico (Isis) ha affermato che continuerà la sua offensiva nel nord dell'Iraq, con una dichiarazione diffusa su vari siti jihadisti. L'Isis si è impadronito negli ultimi giorni di altre 15 cittadine e villaggi iracheni, oltre alla grande diga 35 km a nord di Mosul, sul Tigri, da cui dipende l'irrigazione nella piana di Ninive.

Divieto di Facebook e social network
Ieri il governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno ha deciso di vietare l'uso di Facebook nella città di Erbil dopo la notizia della sconfitta dei Peshmerga e l'arrivo dei miliziani dello Stato islamico nella capitale curda, diffusa dagli utenti del social network in rete. In passato anche Baghdad aveva negato l'accesso a Facebook, Twitter e YouTube al fine di non generare allarmismi tra la popolazione.

Bombardieri nucleari russi hanno sorvolato i cieli sopra Alaska
Intanto, questa settimana alcuni bombardieri nucleari russi hanno sorvolato lo spazio aereo vicino all'Alaska: gli episodi sarebbero stati almeno 16 negli ultimi dieci giorni. Gli aerei militari di Mosca erano scortati da diversi jet. Si tratta del secondo episodio dallo scorso giugno e questo sta facendo aumentare l'attenzione da parte dell'aviazione americana. Il maggiore dell'aviazione americana Beth Smith ha dichiarato: «Nelle ultime settimane abbiano avvistato aerei russi che operavano vicino e intorno all'air defense identification zones», i cieli sopra la maggior parte di Usa e Canada in cui ogni aereo è identificato e controllato per questioni di sicurezza nazionale.

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