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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2014 alle ore 10:03.
L'ultima modifica è del 12 agosto 2014 alle ore 18:47.

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Continuano gli scontri: almeno 10 vittimeper autobombe a Baghdad
Almeno 10 persone sono morte e una trentina sono rimaste ferite per l'esplosione di due autobomba a Baghdad, secondo fonti della sicurezza. Otto morti e 21 feriti si contano in un attentato nel quartiere centrale di Karrada, contro una moschea sciita. Due persone sono state uccise e ferite invece in un'altra esplosione a Zafaraniya. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha lanciato un appello alla comunita' internazionale chiedendo di fare di piu' per gli yazidi, la minoranza perseguitata in Iraq dagli jihadisti dell'Isis. «La grave situazione degli yazidi e di altri sul monte e' straziante e quella sul monte e' terribile», ha detto ai giornalisti, chiedendo «alla comunita' internazionale di fare ancora di piu' per assicurare loro la protezione di cui hanno bisogno».

L'appoggio dell'Iran e di altri stati musulmani
Anche l'Iran, la maggiore potenza dell'islam sciita, ha assicurato il suo sostegno alla nomina del nuovo primo ministro iracheno Haidar al Abadi. Lo ha dichiarato il segretario del Consiglio supremo della sicurezza nazionale, Ali Shamkhani, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Fars. «La Repubblica islamica dell'Iran sostiene il processo legale che è stato portato avanti per la nomina del nuovo primo ministro iracheno», ha dichiarato Shamkhani, che è inoltre il rappresentante della guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei. Sostegno ad al Abadi è arrivato anche dalla Lega Araba, dal ministero degli Esteri saudita (che ha fortemente criticato in passato la politiuca del predecessore al Maliki), dalla Turchia di Erdogan, che parla di passo «positivo e importante». Il Gran Mufti d'Egitto, Shawki Allam, ha invece attaccato direttamente i miliziani dello Stato islamico, accusandoli di «violare tutti i principi dell'Islam», avvertendo che «questo sanguinario gruppo rappresenta un pericolo per l'Islam e per i musulmani nel mondo»e facendo appello a tutti gli arabi perché contrastino questi pericoli.

La scelta di al Abadi
La coalizione Stato di Diritto-Alleanza Irachena Unita, principale forza politica sciita in Iraq, ieri ha indicato come nuovo primo ministro non il proprio leader, il premier uscente Nouri al-Maliki, bensì Haider al-Abadi, neo-vice presidente del Consiglio dei Rappresentanti, il Parlamento uscito dalle elezioni legislative del 30 aprile scorso. La tv al Jazeera ha annunciato che il presidente Fuad Masum ha dato l'incarico di formare il nuovo governo ad al-Abadi. Oltre che numero due del Parlamento, Abadi è Abadi è portavoce di Dawa, il partito guidato proprio da Maliki, che però ha insistito fino ad oggi nel voler guidare l'esecutivo per la terza volta di seguito.
Dal canto suo il primo ministro uscente iracheno Nouri al Maliki, che puntava a un terzo mandato, ha giudicato che la nomina del suo successore rappresenta una violazione della Costituzione, compiuta con il sostegno degli Stati Uniti.
«Noi respingiamo questa violazione della Costituzione», ha affermato al Maliki, alludendo all'incarico conferito ad Haidar al Abadi, esponente del suo partito, per formare un nuovo governo. Washington «è stata al fianco di coloro che hanno violato la costituzione», ha aggiunto l'ormai ex premier in un discorso trasmesso in televisione.

Fabius e Mogherini chiedono una riunione urgente dei ministri esteri Ue
«Ho chiesto con la ministra italiana Mogherini che venga convocata d'urgenza» una riunione dei ministri degli Esteri Ue sull'Iraq «e mi aspetto che l'urgenza venga rispettata. So bene che in Occidente è periodo di vacanze, ma quando la gente muore, anzi crepa, bisogna tornare dalle ferie», ha detto il ministro francese Laurent Fabius a Radio France Info. «Ancora non c'è una data - ha ribadito Fabius - e io torno a chiedere che venga convocata d'urgenza». Ieri il ministro francese e la titolare della Farnesina Federica Mogherini hanno scritto all'Alto rappresentante per la politica estera Ue affinché i ministri dei 28 si riuniscano per discutere dell'eventuale fornitura di armi ai curdi. «Si tratta di aiutare i curdi, gli iracheni, ad avere i mezzi per resistere e, se possibile, sconfiggere» i jihadisti che vogliono «uccidere tutti coloro che non la pensano come loro, che non rinnegano la loro religione, con la tortura e stupri sistematici».
Il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, intervistata lunedì da Radio anch'io ha dichiarato di aver inviato il giorno precedente una lettera a Catherine Ashton, «per chiederle formalmente la convocazione di un Consiglio affari esteri» che si occupi «di Iraq, di Gaza e di Libia».


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