Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 12:25.
L'ultima modifica è del 03 settembre 2014 alle ore 20:45.

My24

Un faldone, rigorosamente digitale, di 136 pagine. Articolato in sei capitoli: piano straordinario per l'assunzione degli insegnanti, formazione e carriera dei docenti, «vera» autonomia (trasparenza, valutazione, burocrazia zero), ripensamento dell'offerta didattica, rapporto scuola-lavoro e, da ultimo, il tasto più delicato: le risorse pubbliche e private da mettere in campo. Eccola, la rivoluzione annunciata da Matteo Renzi. Una riforma su cui mette la faccia - non è un caso il low profile tenuto dalla ministra Stefania Giannini che si è limitata a salutare il piano con un tweet («Oggi tiriamo una linea col passato. Percorso di rinnovamento coinvolgerà tutti. #labuonascuola») rinviando la conferenza stampa al tardo pomeriggio - e che, promette il premier, cambierà volto alla scuola in dodici mesi. Ma sono i prossimi a essere cruciali: per le risorse, che andranno trovate innanzitutto nella legge di stabilità, per i provvedimenti necessari all'attuazione delle misure annunciate e per l'esito della consultazione pubblica che si aprirà il 15 settembre.

Tre miliardi per le assunzioni

Per assumere circa 148mila nuovi docenti - tutti i precari storici e tutti i vincitori e gli idonei dell'ultimo concorso - saranno necessari 3 miliardi di euro. Per l'esercizio finanziario del 2015, primo anno di attuazione del piano, sarà quindi necessario impegnare 1 miliardo, relativo ai primi quattro mesi corrispondenti agli ultimi quattro mesi dell'anno solare (da settembre a dicembre). La cifra dei 3 miliardi potrebbe essere inferiore «anche in materia significativa, proporzionalmente alle risorse che verranno risparmiate grazie all'abolizione delle supplenze. Una stima cauta - afferma il governo - porta a considerare che il risparmio potrebbe arrivare a 300-350 milioni l'anno». Il costo salirà comunque progressivamente col passare degli anni: dopo dieci anni si stimano circa 4 miliardi di euro per l'intera operazione. Allo stesso tempo sarà bandito un nuovo concorso per permettere ad altri 40mila abilitati di entrare in ruolo, sostituendo via via, tra il 2016 e il 2019, i colleghi che andranno in pensione. Dopo la fase transitoria del 2015-2016, tutte le assunzioni torneranno - almeno nelle intenzioni dell'esecutivo - ad avvenire solo per concorso, riservato ai soli abilitati.

Debutta l'organico «funzionale»
Non più soltanto «organico di diritto» per la scuola, che oggi conta 600mila persone, ma anche «organico funzionale». Dei quasi 150mila nuovi assunti, circa 50mila copriranno le cattedre oggi scoperte (su cui ogni anno lo stato assume decine di migliaia di supplenti con contratti annuali). I circa 18.800 docenti specializzati in musica, storia dell'arte e sport contribuiranno a rafforzare l'offerta formativa su questi fronti. Degli 80mila in graduatoria per la scuola dell'infanzia o per la primaria, 20mila copriranno le cattedre scoperte e gli altri 60mila saranno usati come organico funzionale, sostituendo i colleghi assenti o sostenendo «i passaggi più delicati tra i diversi snodi del percorso scolastico» o «rendendo possibile il tempo prolungato e il tempo pieno nelle scuole». Altri 20mila docenti saranno assunti in posizione funzionale nella scuola secondaria, per realizzare «la vera autonomia scolastica».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi