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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2014 alle ore 10:25.
L'ultima modifica è del 03 settembre 2014 alle ore 23:35.
Nel giorno dell'arrivo del presidente Obama in Europa per il vertice Nato in Galles di giovedì e venerdì, il presidente ucraino Petro Poroshenko e il leader russo Vladimir Putin si accordano al telefono per un «cessate il fuoco permanente» in Ucraina orientale. Il comunicato della presidenza ucraina (qui) è diffuso in mattinata ma ha vita breve. Subito dopo Dimitri Peskov, portavoce di Putin, puntualizza che la Russia ha trovato un accordo con l'Ucraina «sui passi che portano alla pace, non al cessate il fuoco» perché il suo paese non è mai stato parte di un conflitto. La presidenza ucraina è dunque costretta a diffondere un secondo comunicato in cui afferma che non vi è nessuna «tregua permanente».
Mentre a Tallinn, in Estonia, Obama dice che una tregua funziona solo se la Russia smette di intromettersi negli affari ucraini, Putin sembra voler dar ragione allo scetticismo del presidente americano: detta le condizioni del cessate il fuoco.
Le condizioni del Cremlino sono il ritiro delle truppe ucraine dal sud-est del Paese, la cessazione delle azioni militari dei ribelli, l'esclusione dell'uso dell'aviazione contro i civili, il pieno controllo internazionale del cessate del fuoco, lo scambio di prigionieri.
Indirettamente Putin smentisce il suo portavoce: dettando le condizioni, conferma non solo che la Russia è parte di un conflitto ma è la controparte con cui il governo ucraino deve trattare se vuole arrivare a una duratura tregua. Kiev annuncia di voler costruire una barriera lungo la frontiera con la Russia: «il progetto si chiama Muro» ha spiegato il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk.
La situazione è confusa. Da Tallin, Obama dice che «l'aggressione russa all'Ucraina minaccia la visione dell'Europa» e «la Nato deve restare aperta all'ingresso di nuovi Stati membri». Dalla Mongolia, dove è in visita, Putin sfodera a sorpresa un piano in sette punti per raggiungere la pace entro domani venerdì 4 settembre.
Il governo di Kiev respinge il piano proposto da Putin per metter fine alla crisi ucraina. «È un piano per distruggere l'Ucraina e restaurare l'Urss» dice il primo ministro Arseni Yatseniuk, secondo il quale si tratta di un tentativo di Putin per distrarre la comunità internazionale prima del vertice Nato di domani e dopodomani in Galles. «I sette punti del presidente russo apparentemente per risolvere il conflitto in Ucraina sembrano un piano per salvare terroristi russi» dichiara il capo del governo.
Iatseniuk ha sottolineato che la Russia ha ignorato o violato tutti i precedenti accordi, raggiunti a Ginevra, Berlino e Minsk. «Il migliore piano per fermare la guerra della Russia contro l'Ucraina consiste solo in un punto: la Russia deve togliere esercito regolare, mercenari e terroristi dal territorio ucraino».
A Tallin, durante la conferenza stampa con il presidente estone Toomas Hendrik Ilves, Obama definisce il cessate il fuoco «un'opportunità». Ricorda che una situazione come quella attuale è «storicamente molto pericolosa in Europa» e «le sanzioni che abbiamo applicato finora hanno avuto un effetto reale sulla Russia». Ma il presidente mostra scetticismo davanti all'iniziativa russa: è «troppo presto» per valutare cosa significhi «cessate-il-fuoco» annunciato oggi dalla presidenza ucraina dopo un colloquio Putin-Poroshenko. «Perché la tregua funzioni - dice Obama - la Russia deve smettarla con le ingerenze in Ucraina».
Gli Stati Uniti - rassicura ancora Obama - intendono rafforzare la propria presenza militare negli stati baltici attraverso lo stazionamento di più truppe e velivoli nella base aerea estone di Amari. Il presidente non ha fornisce cifre sul numero di soldati in più da inviare in Estonia - dove attualmente sono dispiegati 150 militari - secondo il piano che attende l'approvazione del Congresso. Obama defisce l'impegno della Nato nei confronti della sicurezza in Estonia «incrollabile ed eterno».
Lo scetticismo di Obama sembra ad ogni modo giustificato: l'ufficio di Poroshenko ha dovuto rimangiarsi l'annuncio di «cessate il fuoco permanente». Nel secondo comunicato la presidenza ucraina afferma che Poroshenko e Putin sono d'accordo sulla necessità di un cessate il fuoco, ma nel pomeriggio il governo di Kiev ritratta la formula «cessate-il-fuoco permanente». Il primo comunicato, spiega un portavoce del governo ucraino al New York Times, «si è spinto troppo lontano»: i due leader si sono scambiati opinioni sul cessate il fuoco ma «non c'è stato nessun accordo formale» su una tregua permanente.
Con tutta probabilità, questo cambiamento di toni da parte ucraina dipende dalla precisazione del portavoce del russo Peskov la Russia ha trovato un accordo con l'Ucraina «per passi che portano alla pace, non al cessate il fuoco» perché la Russia non è stata mai parte di un conflitto. Tutto ciò è stato poi superato dal piano di pace che Putin ha estratto dal cilindro.
Intanto, il Pentagono fa sapere che saranno circa 200 i soldati americani che parteciperanno alle esercitazioni militari «Rapid Trident» in programma a metà settembre in Ucraina. Si tratta di soldati della 173/ma Brigata aerotrasportata di base a Vicenza. Una prima volta in assoluto. (an. man.)
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