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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2014 alle ore 15:16.
L'ultima modifica è del 06 settembre 2014 alle ore 09:34.
A Minsk, capitale bielorussa, è stato firmato l'accordo per una tregua in Ucraina scattata alle 18 di oggi (le 17 italiane). Fra i 14 punti del protocollo per il cessate il fuoco nelle regioni sud-orientali ucraine figurano - secondo i media locali - il controllo internazionale della tregua e lo scambio dei prigionieri. C'è adesso anche la conferma degli osservatori Osce che partecipavano al gruppo di contatto assieme a inviati del governo ucraino, di rappresentanti degli insorti filorussi a Est, e della Russia.
Poroshenko: da sabato poteri decentrati nelle zone a Est
«A Minsk è stato firmato un accordo preliminare per il cessate il fuoco» conferma il presidente ucraino Poroshenko. E annuncia, citato dalle agenzie russe: «Da domani siamo pronti a fare passi straordinari sulla decentralizzazione del potere in alcune zone di Donetsk e Lugansk offrendo loro la libertà economica e garantendo la libertà d'uso di qualsiasi lingua sostenuta da tradizioni culturali».
«Voglio sottolineare - ha poi precisato Petro Poroshenko - che questo processo di pace si basa sul mio piano di pace, che si fonda sull'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza del mio Paese».
Secondo l'agenzia Interfax i separatisti ucraini avrebbero ordinato ai combattenti di fermare le azioni militari dopo l'accordo sul cessate-il-fuoco.
Il tanto atteso accordo per la tregua bilaterale, annunciato prima da fonti russe che hanno seguito i negoziati nell'ambito del Gruppo di contatto, poi confermato via Twitter dai ribelli filorussi, promette dunque la pace nella tormentata parte Sud-orientale del Paese ex sovietico dopo 5 mesi di conflitto.
Governo Kiev: Ue e Usa siano garanti della tregua
Kiev ha fatto subito notare che, raggiunto l'accordo, i russi devono ritirarsi. E il premier Arseniy Yatsenyuk si è appellato agli Usa e all'Ue, affinché siano garanti del cessate-il-fuoco. «Da soli con la Russia non ce la faremo, abbiamo bisogno di garanzie», ha detto Yatsenyuk durante una riunione del governo nella capitale ucraina, pochi istanti prima che i separatisti annunciassero l'intesa. La Russia rafforza la presenza di soldati e veicoli militari al nord della Crimea, la penisola sul Mar Nero annessa da Mosca dopo un controverso referendum: lo ha dichiarato oggi alla conferenza stampa a Kiev il portavoce del Consiglio di sicurezza e difesa ucraino, Andrii Lisenko. Le autorità ucraine temono che la Russia possa lanciare un'offensiva militare anche dal territorio della Crimea.
Obama: «fiduciosi e scettici»
L'accordo sul cessate il fuoco tra Ucraina e Russia «deve essere seguito da azioni». Lo ha detto il presidente americano Barack Obama durante la conferenza stampa a conclusione del vertice Nato in Galles. Il presidente ha spiegato che gli Stati Uniti «sono fiduciosi, ma scettici» sulla tenuta dell'accordo. Per quanto riguarda le sanzioni, Obama ha spiegato che si stanno «finalizzando le misure per incrementare le sanzioni imposte a Mosca», dal momento che il cessate il fuoco «dà motivo di speranza», ma la Russia «deve rispettare gli impegni presi».
Merkel: sanzioni sospese se tregua tiene
Anche secondo Angela Merkel, le nuove sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia potranno essere sospese se terrà l'accordo per un cessate il fuoco nell'est dell'Ucraina siglato a Minsk. Lo ha detto la cancelliera tedesca a conclusione del vertice della Nato in Galles.
Separatisti: tregua non vuol dire rinuncia all'indipendenza
Intanto, i separatisti filo-russi continuano a battersi per l'indipendenza delle regioni orientali ucraine, nonostante il cessate il fuoco firmato con Kiev a Minsk. Lo ha assicurato il leader dell'autoproclamata Repubblica del popolo di Lugansk, Igor Plotnitsky. «Il cessate il fuoco non significa la fine della nostra politica per l'indipendenza dall'Ucraina».
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