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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2014 alle ore 21:00.
L'ultima modifica è del 08 settembre 2014 alle ore 22:52.

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Il nuovo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia per il suo intervento diretto nella crisi ucraina è stato adottato nella serata di lunedì, ma l'applicazione è stata rinviata di alcuni giorni per permettere «la valutazione della messa in atto del cessate il fuoco e del piano di pace» e può essere «rivisto in base alla situazione sul terreno». Lo ha dichiarato il presidente del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy dopo la riunione degli ambasciatori dei 28.

Nella rete delle sanzioni europee finiscono in particolare le big dell'energia. Nel mirino questa volta Rosneft, la società pubblica leader nel settore petrolifero russo, Transneft (la compagnia che gestisce le pipeline) e Gazpromneft, il quarto produttore di greggio nel Paese.

Le misure punitive messe a punto dalla Ue nei confronti di Mosca prevedono il divieto di acquisto di obbligazioni ed azioni emesse da queste società da parte di investitori europei e più in generale il divieto di finanziamento. Rosneft è socio del gruppo italiano Pirelli con una quota del 13% e il suo presidente Igor Sechin siede nel board dell'azienda milanese. Il gruppo russo controlla anche il 21% di Saras.

La riunione degli ambasciatori Ue era iniziata, dopo un aggiornamento, intorno alle 18 e l'esito non appariva scontato. Alcuni Paesi infatti premevano per l'adozione immediata delle sanzioni mentre altri frenavano in attesa di verificare la tenuta del cessate il fuoco scattato venerdì scorso.

«Sono molto preoccupato per le conseguenze indirette e le contro-sanzioni russe», ha commentato da Helsinki il primo ministro della Finlandia, Alexander Stubb, in merito al nuovo pacchetto di sanzioni. Come riferito dall'emittente pubblica Yle, un eventuale divieto dell'utilizzo dello spazio aereo russo, come paventato oggi da funzionari di Mosca, potrebbe colpire con forza la compagnia di bandiera Finnair, che opera molti voli verso l'Asia.

Mosca minaccia di chiudere lo spazio aereo
Dura la replica di Mosca, nelle parole del premier Dmitri Medvedev: «Le sanzioni economiche contro la Russia avranno conseguenze politiche e questo sarà più pericoloso che le restrizioni imposte sulle forniture». Intervistato dal quotidiano Vedemosti, il premier ha detto che le sanzioni, «possono infrangere il sistema di sicurezza globale. Ma io spero - ha aggiunto - che i nostri partner occidentali non vogliano che questo accada e che non ci siano dei pazzi tra coloro che prendono le decisioni».

«Le sanzioni - ha aggiunto Medvedev - sono sempre una questione a doppio taglio: il primo a imporre sanzioni alla fine condanna se stesso a restrizioni, e cercando di danneggiare l'altro crea problemi a se stesso». Del resto, Medvedev non ha dubbi: «Vi sono stati molteplici casi di sanzioni nella storia dell'umanità, tanto quelle legittime imposte dall'Onu, che quelle illegittime comminate dagli Stati. Ma di regola, non hanno fatto nulla di buono». Mosca - minaccia Medvedev - potrebbe rispondere a nuove sanzioni dell'Occidente in maniera «asimmetrica», magari negando lo spazio aereo sopra la Russia, se l'Occidente continuerà con «la tentazione di usare la forza nelle relazione internazionali». Il premier ha parlato un'intervista al quotidiano russo Vedemosti: «Se ci saranno sanzioni riguardanti il settore energetico o ulteriori restrizioni al settore finanziario russo, dovremo rispondere in maniera asimmetrica».

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