Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 08:45.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 10:23.

My24

Qui San Marino
A San Marino l'ipotesi accusatoria – suffragata da alcune testimonianze raccolte dai magistrati – è che il Crocifisso, dopo il 2009, sia uscito e rientrato dal Titano senza le necessarie autorizzazioni. Secondo Boccardelli, però, che sul punto ha affrontato due interrogatori, di cui uno con l'ex Commissario sammarinese della legge Rita Vannucci (alla quale è subentrata da circa un anno il collega Alberto Buriani) il Crocifisso, dopo essere arrivato a San Marino non è mai uscito. La rogatoria sammarinese chiedeva anche un raffronto fotografico tra l'opera che si trova a San Marino e quella periziata, nel 1979, dal sovraintendente dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze, Umberto Baldini (deceduto il 16 agosto 2006), che la riteneva riferibile a Michelangelo. Per non saper né leggere né scrivere, la Commissione per la tutela dei monumenti e le opere d'arte di San Marino, su richiesta del Commissario della legge, ha dichiarato il Cristo ligneo di interesse nazionale, ragione per la quale è praticamente certo che l'opera non sarà mai restituita all'Italia che, come detto, sta indagando per l'ipotesi di esportazione illecita. Non va inoltre dimenticato che sul Titano (così come verosimilmente in Italia dove lo Stato non ha mai rivendicato prelazioni) il reato di esportazione illecita sarebbe comunque prescritto e dunque, addio sogni di rientro in Italia se non a seguito di una fratricida guerra nelle aule nazionali e internazionali dei Tribunali.

Continue anomalie
Va ricordato, comunque, che secondo le ricostruzioni degli investigatori e degli inquirenti sul Titano, non fu mai chiesta alcuna autorizzazione all'importazione a San Marino e, fatto strano, a distanza di circa due anni, l'ex Commissario della legge Rita Vannucci, che sostenne nel 2011 per rogatoria l'interrogatorio con Boccardelli in Italia, non ha mai ricevuto la trascrizione del verbale.
Non è del resto l'unica anomalia sull'asse Roma-San Marino-Beirut. Il commissario Rita Vannucci, che lascia in eredità circa 10 faldoni di indagine al suo successore Buriani, si mise in contatto a Beirut con il Patriarcato Melchita di Costantinopoli per appurare fino in fondo perché mai fosse stato consegnato il Crocefisso ma non ha mai avuto una risposta ufficiale. Così come l'Opificio delle Pietre dure di Firenze, che nel 1979 aveva periziato l'opera, non ha mai risposto (seppur richiesto) al Commissario della legge sammarinese sul fatto che il Cristo periziato nel 1979 e quello nella cassetta di sicurezza fossero lo stesso prezioso oggetto.
San Marino, però, non chiese solo all'Opificio fiorentino di fare chiarezza sul punto. Visto che sul Titano (che non ha reparti specifici a disposizione) una perizia sarebbe costata non meno di 300mila euro, nel marzo 2012 fu chiesto al Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di inventariare, catalogare e periziare il contenuto della cassetta che, oltre al Cristo, conteneva anche bozzetti, schizzi e disegni a prima vista attribuibili ancora a Michelangelo, Raffaello, Klimt, Matisse. A oltre due anni di distanza, anche in questo caso, nessuna risposta è giunta sul Titano.

Shopping24

Dai nostri archivi