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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 14:07.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 21:39.

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Nessuna indicazione è stata data sulla buonuscita di Montezemolo: «La Ferrari è un'azienda privata e non deve comunicarlo. Comunicherà il gruppo Fiat al momento opportuno, anche già oggi» ha dichiarato Marchionne, mentre il presidente uscente di Ferrari ha rilanciato con una battuta: «qualunque cosa comunicherà Fiat sappiate che è sempre troppo poco».

«Non c'è la minima intenzione di integrare Ferrari in Fiat Chrysler per non farla inquinare da un sistema automobilistico di mass market» ha precisato l'a.d di Fca, Sergio Marchionne, aggiungendo che: «Io credo che il soggetto della Ferrari sia un marchio così unico che non può appoggiarsi al resto del gruppo». Sul limite di 7mila auto Marchionne ha spiegato che è un concetto per preservare l'esclusività del marchio, ma ha anche riconosciuto che sta crescendo il numero di persone in grado di acquistare Ferrari e che la società deve considerare questa opportunità di crescita ma «preservando l'integrità del marchio». Sull'eventuale quotazione del brand Marchionne ha dichiarato: «Non abbiamo nessun piano sul tavolo per l'Ipo» e comunque ha ricordato che si tratta di decisioni di competenza del cda. Al momento è escluso anche un polo del lusso del gruppo Fiat: «Non verrà in futuro realizzato un "polo del lusso" unendo Ferrari, Maserati e Alfa Romeo. La Ferrari non ha bisogno di altri riferimenti, ha un segmento per se stesso».

Nel corso della conferenza stampa è stato poi escluso che Ferrari possa diventare "americana" nella produzione. Montezemolo ha solo ricordato l'edizione limitata in 10 esemplari di un modello a 12 cilindri blu nart dedicato all'America ad un costo di 2,5 milioni. L'unica concessione al mercato americano. «La Ferrari è unica - ha dichiarato Marchionne - non voglio che succeda nulla che possa avere un impatto sulla sua esclusività»

Sul fronte sportivo Marchionne ha osservato: «Il 2014 sarà un anno difficile e noi per primi avremo il problema nel digerire il non vincere». Da parte sua l'unico consiglio dato da Montezemolo è quello di non perdere di vista «la stabilità, pur nei miglioramenti tecnologici necessari». All'osservazione Marchionne ha ribadito di essere d'accordo aggiungendo poi con una battuta: «Luca mi sta dando consigli da quando l'ho conosciuto dall'auto che devo guidare al vestito che devo indossare e non l'ho mai ascoltato se non sulle auto».

Nel corso della conferenza stampa è stato chiesto a Marchionne come immagina il suo addio dal gruppo e lui ha ribadito: «Il mio ruolo di amministratore delagto dipenden totalmente dal supporto del consiglio di amministrazione. Nel momento in cui verranno meno certe condizioni, di salute o di divergenze sulle strategie, possono avere le chiavi e le mie dimissioni istantaneamente. Io dipendo dal supporto di un ente e non
sono io a decidere se e quando vado via. Ho dei piani personali e se coincidono andremo avanti anche oltre la data che mi sono dato».

Montezemolo, sul proprio futuro, preferisce tenersi le mani libere e riguardo all'ipotesi di una presidenza di Alitalia-Etihad sottolinea: «sono cauto. Potrebbero esserci altre possibilità da parte mia»

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