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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2014 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 14:42.

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Donato Bruno. (Ansa)Donato Bruno. (Ansa)

Fumata nera per l'elezione di due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune. L'accordo tra FI e Pd sui candidati da mandare alla Corte Costituzionale non è passato all'esame delle Camere. Per circa 40 voti a testa in meno, Luciano Violante (Pd) e Donato Bruno (Fi) ieri notte non ce l'hanno fatta. I due hanno incassato rispettivamente 530 e 529 voti. Troppo pochi per superare l'asticella del quorum che per la Consulta è fissato a 570 voti, cioè i 3/5 dei componenti delle Camere.

Sul Csm avanti a piccoli passi: ancora da scegliere due "laici"
Il Parlamento in seduta comune va avanti, invece, a piccoli passi sul Csm. Dopo aver eletto la settimana scorsa due esponenti del Pd (Giovanni Legnini e Beppe Fanfani) e uno di Ncd (Antonio Leone) è riuscito ieri a mandare a Palazzo dei Marescialli altri tre candidati: Maria Elisabetta Casellati di Forza Italia, Teresa Bene del Pd e Renato Balduzzi di Scelta Civica. Lasciando fuori, almeno per il momento, gli altri: Luigi Vitali di FI e i due proposti dai 5 Stelle, Nicola Colaianni e Alessio Zaccaria, che non raggiungono il quorum oggi fissato in 482 voti (3/5 dei votanti).

Nuova votazione alle 18
I presidenti delle Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, già spronati ad andare avanti a oltranza dal Colle, che guarda l'evolversi dei fatti con una certa preoccupazione, hanno deciso di convocare una nuova seduta, fissata a sorpresa per oggi pomeriggio alle 18, subito dopo le comunicazioni del premier in Parlamento per illustrare il suo programma dei "Millegiorni". E oggi, hanno assicurato i capigruppo di Pd e FI Roberto Speranza e Renato Brunetta, «si insisterà con gli stessi candidati». E questo, si spiega tra i Dem, perché si è deciso che «fino a quando i voti crescono si va avanti, mentre nel caso in cui invece comincino a calare si vedrà». Violante, nella precedente votazione, aveva preso 468 voti. Ieri ne ha raccolti 62 di più. Bruno partiva da 120 voti (espressi dalla fronda azzurra) prima dell'investitura ufficiale di Forza Italia che ieri mattina, dopo il ritiro di Catricalà, aveva trovato un'intesa sul nome del "falco" Donato Bruno, che aveva ottenuto l'investitura ufficiale di Berlusconi.

Grillo contro accordo Pd-Fi: «In corso un ricatto»
In vista delle votazioni di questo pomeriggio, Beppe Grillo intanto torna a ribadire la dura opposizione del Movimento all'accordo Pd-Fi. «In questo momento in Parlamento è in corso un ricatto! Ci hanno proposto uno scambio di voti: se non voteremo Luciano Violante alla Corte Costituzionale, non appoggeranno il candidato del M5S», ha spiegato il leader in un post comparso oggi sul suo blog. «Noi, chiarisce Grillo, non voteremo mai Violante. Ricordiamoci chi è questo individuo, padre fondatore della seconda repubblica e lord protettore degli interessi di Berlusconi».

Decisivi gli assenti per mancato quorum
Cosa potrebbe accadere di diverso oggi rispetto alle ultime votazioni lo spiega con una certa determinazione il deputato Dem Ettore Rosato: «In queste ore cercheremo di fare pressing e di portare a votare chi oggi non lo ha fatto». Subito dopo la notizia della fumata nera, infatti, tutti hanno puntato il dito sulle assenze e sottolineato quelle più eclatanti come quella di Niccolò Ghedini che sinora, si conferma anche tra gli azzurri, non avrebbe mai votato in questa tornata per i due giudici costituzionali. I numeri parlano chiaro: ieri non hanno votato in 107, di cui solo 10 nel Pd (9 deputati e un senatore in missione); 16 in FI e 9 in Ncd. Tutti presenti in Sc, mentre in PI hanno disertano in 6; 6 anche nella Lega; 19 nel Misto; 7 in Sel. Il maggior numero di assenze si registra nel M5S, ma su questi anche oggi, si spiega nella maggioranza, «non ci sarà gran margine di azione visto che hanno confermato che non voteranno mai né per Violante né per Bruno». Tre gli assenti in Gal; 4 in FdI; e 3 nel gruppo Autonomie.

Le incognite odierne
La giornata di oggi, comunque, non si annuncia all'insegna dell'ottimismo perché, si osserva sempre in Fi, non sarà facile recuperare 40 voti per ogni candidato in una notte. Secondo i più pessimisti, poi, la candidatura del ticket, nel caso in cui non passasse oggi, sarebbe a rischio. Gli M5S, intanto, ribadiscono di non voler scendere a patti su nomi così politici come quelli di Bruno e Violante, mentre su candidature più tecniche lascerebbero una porta aperta. «È solo un problema legato alle assenze - minimizza invece il viusegretario PdLorenzo Guerini - domani (oggi, ndr) si risolve»

Alberti Casellati, Bene e Balduzzi eletti membri laici del Csm
Meglio è andata sul fronte dell'elezione dei membri laici del Csm. Elisabetta Alberti Casellati, Teresa Bene e Renato Balduzzi sono, infatti, risultati eletti dal Parlamento in seduta comune. I tre hanno superato di pochissimo il quorum previsto di 482 voti. Elisabetta Alberti Casellati ha ricevuto 489 voti, mentre gli altri eletti ne hanno incassati 486. Devono essere eletti ancora altri due membri laici del Csm. Servirà una nuova votazione, l'ottava.

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