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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2014 alle ore 13:22.
L'ultima modifica è del 20 settembre 2014 alle ore 20:28.

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Il pressing dei centristi sul Governo
Maurizio Sacconi (Ncd), presidente della commissione Lavoro del Senato e relatore della delega, avverte il partito del premier: «Il Nuovo Centrodestra non accetterà mai di tornare indietro sulla delega». Anche Pietro Ichino (Scelta Civica) torna alla carica: «Voglio sperare che la sinistra politica e sindacale non voglia ripetere gli errori del passato. Se sarà così, fra un paio d'anni nessuno si ricorderà del ferro vecchio che è stato difeso con tanta veemenza e nessuno proporrà di tornare indietro».

Toti (Fi): bene la riforma ma il premier mantenga le promesse
Da Forza Italia pieno sostegno a Renzi, invece, a conferma del fatto che il premier potrebbe alla fine contare sui voti azzurri per ottenere il via libera alla delega entro l'8 ottobre, data del summit europeo sulla crescita. «Bene Renzi su #RiformaLavoro - twitta Giovanni Toti - purché non finisca come i debiti della #PA #promessanonmantenuta». Ma Daniele Capezzone, presidente azzurro della commissione Finanze della Camera, definisce «surreale» che il centrodestra «subisca da mesi l'agenda politica e mediatica di Renzi». E avvisa: «Non voglio morire renziano. Se per caso ci fossero misure positive da parte del Governo, è chiaro che andrebbero esaminate. Ma noi siamo opposizione e dobbiamo rafforzare e rendere visibile questo profilo».

Di Maio (M5S): «Tutele crescenti? Serviranno a schiavizzare altri cittadini»
Sul blog di Beppe Grillo parte l'attacco al segretario Fiom, Maurizio Landini, accusato di svegliarsi adesso «di fronte all'attentato all'articolo 18» senza aver badato all'«attentato al mondo del lavoro, alla produttività delle aziende italiane, ai rapporti indeterminati di lavoro, alla sicurezza del posto di lavoro, alla tenuta del potere d'acquisto dei salari già avvenuto da tempo semplicemente con l'introduzione dell'euro». Luigi Di Maio, deputato del M5S e vicepresidente della Camera, sceglie a sua volta parole dure: «A cosa serve la modifica dell'articolo 18 con il contratto a tempo indeterminato con le cosiddette "tutele crescenti"? A permettere che un ragazzo assunto a tempo indeterminato, nei primi tre anni di lavoro non abbia tutele, così da poter essere licenziato. Appena licenziato se ne assumerà un altro da licenziare dopo tre anni. È un contratto di lavoro che di indeterminato ha solo il destino di chi lo firma. E servirà alle grandi multinazionali per schiavizzare altri cittadini italiani».

Vendola: Renzi realizza il più grande sogno della destra
In una videolettera al premier il leader di Sel, Nichi Vendola, lancia l'affondo: «Caro Matteo, ti accingi a realizzare il più grande sogno della destra politica ed economica: abbattere tutte le regole che danno dignità e diritti a chi è nel mondo del lavoro». Vendola parla di «controriforma» e conclude: «Bisognerebbe fare il contrario: dare diritti a chi non ce li ha, non togliere diritti a chi ce li ha. Lottare contro la precarietà, non come fai tu, rendere tutti precari».

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