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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 12:38.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2014 alle ore 12:56.
Bologna - dal nostro inviato."La visione del Premier è assolutamente condivisibile, credo che vada sostenuta con forza da Confindustria e dalle nostre imprese". Per il leader di Confindustria Giorgio Squinzi, oggi a Bologna per l'inaugurazione di Cersaie, maggiore rassegna mondiale nel settore delle piastrelle, la riforma del mercato del lavoro è una delle priorità perché l'Italia possa tornare a competere e ad attrarre investimenti. "Il mantra dell'articolo 18 - prosegue - va smontato, anche perché si tratta di un falso problema, gli imprenditori non si divertono a licenziare".
Il contratto "a vita" è però per Squinzi uno dei maggiori ostacoli nei confronti degli investitori, soprattutto esteri, ed ecco perché serve "un contratto di lavoro a tempo indeterminato che sia conveniente sia per l'impresa che per il lavoratore".
L'apertura di credito all'azione di Governo è evidente, anche se Squinzi prova a pungolare Renzi sui tempi. "Ha un orizzonte di 1000 giorni - spiega - e dopo 30 anni di incrostazioni ci possono anche volere. Tuttavia, da un Presidente del Consiglio giovane e pieno di energia mi aspetto una riduzione dei tempi, se fossero 700 giorni apprezzeremmo di più".
Di fianco a Squinzi, nella tavola rotonda inaugurale del Cersaie, anche il ministro delle riforme istituzionali Maria Elena Boschi, ottimista sul prosieguo dell'azione di Governo nonostante la spaccatura del Pd proprio sulla riforma cruciale, quella del Lavoro. "Possono esserci discussioni interne - chiarisce - ma poi si marcia compatti".
Il Ministro ricorda l'azione già operata dall'Esecutivo ma ammette che ancora molto resta da fare, "entro fine anno - questa la sua previsione - la delega sul Lavoro spero sarà approvata dal Parlamento, nei primi mesi del 2015 la riforma della Pa".
Sulla Pa la Boschi promette un'accelerazione della riforma, con più spazio alla digitalizzazione mentre sul fisco annuncia possibili ulteriori tagli all'Irap all'interno della legge di stabilità, grazie alle risorse della spending review. Sull'energia rivendica i primi passi del Governo per favorire le imprese, subito però fermata da Squinzi che ricorda come in realtà la scelta sia solo stata quella di spostare il carico fiscale da un'area all'altra, "e noi, invece, - chiarisce il leader di Confindustria - abbiamo bisogno di energia meno cara".
"Per noi produttori di piastrelle le bollette sono un dramma - ricorda il presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli - e credo che prima o poi uno straccio di politica energetica questo paese dovrà decidersi a darsela". Il ministro ascolta e prende nota, rivevendicando la bvolontà riformatrice del Governo, "condivisa dalla maggioranza del paese". "Noi comunque - spiega alla platea - non cerchiamo alibi ma soluzioni, alla fine non ci potranno dire di non averci provato"
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