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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2014 alle ore 20:52.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 12:41.

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Lavoriamo sull’ipotesi del Tfr in busta paga
Matteo Renzi ha rilanciato l'ipotesi di trasferire una parte del Tfr dei lavoratori nella busta paga. «Potremmo mettere il Tfr mensilmente in busta paga», ha dichiarato il premier, «è complicato ma, se trovassimo il modo di dare liquidità alle piccole e medie imprese», potrebbe essere una soluzione percorribile. La proposta di inserire il 50% del Tfr in busta paga con un aumento della stessa del 3,5% era già circolata nei giorni scorsi come provvedimento che potrebbe entrare nella legge di stabilità 2015, ma secondo Unimpresa metterebbe a rischio 5,5 miliardi di euro di liquidità per le piccole e medie imprese.

Possono mandarmi a casa domani, ma non telecomandarmi
«Possono mandarmi a casa anche domani, ma non telecomandarmi come una marionetta»», ha detto il presidente del Consiglio. Così il Presidente del Consigio ha voluto rispondere alla domanda di Fabio Fazio sulle critiche recenti del Corriere e di Repubblica sul suo operato.

Vedo più pensieri deboli che poteri forti
«Poteri forti è un'espressione che non mi piace.. vedo molti pensieri deboli.. vedo persone che, con tutto il rispetto.. è normale che mi vogliano fare fuori. Sono a capo del Paese più bello del mondo e di un partito che ha preso il 41%», ha detto Matteo Renzi. «Perché molti prendono la parola solo ora? Forse perché non chiediamo il permesso prima di fare le cose?».

Sì a civil partnership e ius soli
Sì a Civil partnership alla tedesca e ius soli. Sono i due interventi in tema di diritti civili che il premier Matteo Renzi si impegna a realizzare. «Sulla Civil partnership ho preso un impegno e lo confermo. Lo ius soli potrebbe non essere legato alla nascita in Italia ma almeno legato alla frequentazione di un ciclo scolastico», ha detto il premier.

Nel mondo c’è voglia di Italia
Nel mondo , ha detto Renzi, «c'è tanta voglia di Italia, siamo noi che la buttiamo via». Il premier ha affermato che per lui il momento più significativo del viaggio è stato l'incontro con Bill e Hillary Clinton, «un riferimento per la sinistra mondiale e per la sinistra che vince». Renzi ha innovato l'esortazione ad aprire l'Italia alla globalizzazione che «non è un nemico ma una grande opportunità» per far conoscere all'estero le nostre qualità, mentre fra gli italiani spesso prevale l'autodenigrazione. Anche per questo, il premier ha ricordato di non aver invitato gli imprenditori e gli scienziati italiani della Silicon Valley a tornare in patria: «Se ci sono ragazzi che portano alto il nome dell'Italia a Stanford o a Boston, io ne sono orgoglioso, semmai saranno loro a voler tornare se renderemo l'Italia un Paese migliore».

Abbiamo salvato 80mila persone nel silenzio della comunità internazionale
«Abbiamo una grande minaccia terroristica e abbiamo problemi nuovi, pensiamo alla Libia», ha detto il premier. Ho «voluto che all’Onu risaltasse il numero 80mila, le persone salvate dagli italiani nel silenzio della comunità internazionale».

L’Europa non sia solo vincoli
Per combattere il terrorismo «questa Europa deve tornare a fare l'Europa, non deve essere solo parametri finanziari, è fondamentale che non parli solo del 3 per cento. O troviamo nuovo ordine internazionale o non andiamo da nessuna parte», ha detto Matteo Renzi. «Dobbiamo essere l'Europa della civiltà», ha detto Renzi. La crescita «tendenzialmente non avrà un risultato positivo anche se abbiamo bloccato la caduta del passato. Ma ora l'Europa ci deve dire che idea ha del futuro del' Eurozona». Commentando poi le critiche ricevute da Ferruccio De Bortoli e da Scalfari ha detto: «Sono affettuosi».

Nessuna giustizia a orologeria, i miei figli hanno un nonno per bene
«Il giochino di parlare di giustizia a orologeria fa male a chi lo dice. Mio padre mi ha insegnato il rispetto delle istituzioni e oggi mi aspetto lo stesso rispetto delle istituzioni: va lì, spiega, e dimostra cosa è successo. Io sono uno di quelli che crede alle coincidenze. Io so, e i miei figli lo sanno, che hanno un nonno per bene», ha detto Matteo Renzi parlando della vicenda che ha visto il padre indagato per bancarotta fraudolenta.

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