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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2014 alle ore 10:08.
L'ultima modifica è del 07 ottobre 2014 alle ore 08:50.

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(LaPresse)(LaPresse)

Il premier Matteo Renzi ha stretto i tempi e il Consiglio dei ministri del tardo pomeriggio di ieri ha autorizzato il ministro Maria Elena Boschi a porre la questione di fiducia sul ddl delega sul Jobs act. Con la fiducia non servirà l’aiuto di Forza Italia che sarebbe stato imbarazzante per la maggioranza.

Ddl alla stretta finale
Il ddl è giunto alla stretta finale, tra le minacce di non votare la fiducia arrivate dalla minoranza Pd e il governo impegnato in un tour di incontri e contatti per trovare una sintesi all'interno della maggioranza sui nodi della delega. Come per la legge di Stabilità, anche in questo caso i tempi sono stretti: domani il provvedimento è atteso in aula al Senato, mercoledì invece è in programma a Milano il vertice Ue sul lavoro. Appuntamento al quale il premier Matteo Renzi vuole presentarsi con un primo significativo sì sulla riforma del mercato del lavoro.

Attesa per l’incontro con le parti sociali
A palazzo Chigi, in queste ore, si soppesano pro e contro delle due opzioni possibili: lasciare la legge delega al governo così com'è, nella versione approvata tra le polemiche in commissione Lavoro, o puntare sulla presentazione di un emendamento che dia spazio in particolare alla reintegra in caso di licenziamento disciplinare. C’è attesa poi per l’incontro con le parti sociali che Renzi ha convocato questa mattina nella sede del governo: alle 8, nella sala verde, il faccia faccia con segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. A seguire, alle alle 9, l’incontro con le associazioni datoriali Confindustria, Rete imprese Italia e Alleanza delle cooperative.

Stipendi Pa, domani tavolo con sindacati di polizia
Identico l’ordine del giorno: le riforme in cantiere, ddl lavoro in testa, tema su cui il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha tenuto oggi una riunione preparatoria con i rappresentanti del Pd e della maggioranza al Senato. Alle 10 il fitto programma di incontri del premier prevede domani anche un tavolo con i sindacati di Polizia e Cocer convocati sulla questione dello sblocco stipendiale per il comparto sicurezza e difesa.

Cgil disponibile a confronto ma pronta a mobilitazione
Il clima è bollente, perchè sulla partita legata all’articolo 18 nessuno intende indietreggiare. Aprendo questa mattina i lavori del summit dei sindacati europei la leader Cgil, Susanna Camusso spiega la linea ribandendo che «il sindacato è sempre pronto al confronto e altrettanto pronto al conflitto per contrastare politiche non condivise». Poi ricorda che «l'idea del jobs act è quella di concedere diritti poco estesi in cambio di un taglio dei diritti per chi ha un lavoro stabile e una politica di ridimensionamento del salario», mentre invece l’emergenza occupazionale richiederebbe «un vero piano del Lavoro, della sua dignità e della sua libertà». Perchè, conclude, «non vorremmo che si passi dal ce lo chiede l'Europa al “lo facciamo in Europa”.

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