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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 18:49.
L'ultima modifica è del 07 ottobre 2014 alle ore 20:03.

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«Ho avuto paura e ho sparato». Lo afferma, per la prima volta, Daniele De Santis, accusato di avere sparato a Ciro Esposito, nella ricostruzione dei fatti del 3 maggio consegnata agli inquirenti in un fax. Nella lettera con cui ricostruisce i fatti, l’ultrà romanista ammette dunque per la prima volta di avere sparato e spiega di non essere nelle condizioni fisiche di sostenere l'interrogatorio fissato per il 9 ottobre. «Sono stato coinvolto in una rissa e ho temuto per la mia vita dunque ho avuto paura e ho sparato», si legge nelle due pagine scritte in stampatello e inviate per fax alla Procura, nelle quali ricostruisce la sua versione dei fatti accaduti a Tor di Quinto il 3 maggio scorso. De Santis, accusato di omicidio volontario, afferma di essere stato coinvolto in una rissa con alcuni tifosi del Napoli e di avere temuto per la sua incolumità e quindi di aver deciso di «sparare per paura». Nella perizia del Ris i tecnici sostengono che De Santis fu prima «sopraffatto dagli aggressori» e poi sparò.

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