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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 07:02.
L'ultima modifica è del 25 giugno 2014 alle ore 18:10.

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È morto Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito il 3 maggio scorso a Roma prima della finale di Coppa Italia. Lo si è appreso dal policlinico Gemelli dove il tifoso era ricoverato nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni ieri si erano aggravate lasciando poche speranze di sopravvivenza. La salma ha lasciato in mattinata il policlinico, diretta all'istituto di medicina legale della Sapienza, dove nelle prossime ore sarà effettuata l'autopsia.

Il decesso al Gemelli
Esposito è morto «per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali», spiega in una nota Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, dove il tifoso era ricoverato da 50 giorni in rianimazione. Il professor Antonelli, a nome di tutto il reparto «esprime profondo cordoglio e la vicinanza ai genitori di Ciro in questo momento di dolore per la perdita del proprio figlio».

Tra venerdì e sabato i funerali
I funerali si svolgeranno tra venerdì e sabato i funerali a Napoli. La procura di Roma, infatti, non potrà restituire subito la salma alla famiglia perché deve svolgere alcuni adempimenti tecnici che richiedono almeno un paio di giorni. Oggi pomeriggio sarà affidato al medico legale Costantino Ciallella, dell'Umberto I, l'incarico di svolgere l'autopsia cui potrà prendere parte, con la nomina di un suo consulente, anche la difesa di Daniele De Santis, l'ex ultrà giallorosso che da oggi è indagato per omicidio volontario. Sono numerosi i quesiti cui dovrà rispondere Ciallella: in particolare, l'esperto scelto dal pm Eugenio Albamonte dovrà ricostruire le modalità del ferimento di Ciro Esposito, gli effetti provocati dal proiettile che gli ha perforato un polmone ed è finito sulla colonna vertebrale e l'evoluzione della degenza fino alla sua tragica conclusione.

Ciro a familiari: mi ha sparato De Santis
«Mi ha sparato lui». Questo avrebbe detto Ciro Esposito ad alcuni suoi familiari che gli mostravano la foto di Daniele De Santis apparse sui giornali. I parenti che hanno ricevuto la confidenza saranno sentiti dalla Digos di Roma. Anche la procura avrebbe voluto sentire il ragazzo, quantomeno sottoponendolo a una ricognizione fotografica, ma il via libera dei medici non è mai arrivato per le critiche condizioni di salute.

Zio Esposito: no a violenza in nome di Ciro
«Non si faccia violenza nel nome di Ciro». È l'appello lanciato però da Enzo, lo zio di Ciro Esposito. «Invitiamo a mantenere la calma - ha sottolineato lo zio, poco dopo la morte del ragazzo - non vogliamo altra violenza, ma solo rispetto per Ciro».

Appello famiglia Esposito: chi ha sbagliato paghi
«Quel maledetto 3 maggio il nostro Ciro è intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio; è morto per salvare gli altri.Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte». Comincia così l'appello della Famiglia Esposito per chiedere giustizia per il figlio morto. «Daniele De Santis non era solo - continua la famiglia -. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi, nella gestione dell'ordine pubblico, ha sbagliato paghi. Innanzitutto il prefetto di Roma che non ha tutelato l'incolumità dei tifosi napoletani. Chiediamo al presidente del Consiglio di accertare le eventualità responsabilità politiche di quanto accaduto».

Allerta forze ordine Roma, si temono raid tifosi
Intanto è allerta per le forze dell'ordine nella Capitale per l'eventuale arrivo di gruppi isolati di tifosi napoletani. Si temono raid e vendette nei confronti della tifoseria romanista. A sparare a Ciro sarebbe stato un ultrà giallorosso, Daniele De Santis.

Motivi sicurezza, De Santis trasferito
Daniele De Santis, è stato trasferito per motivi di sicurezza nella struttura protetta dell'ospedale Belcolle di Viterbo. De Santis si trovava in stato di arresto presso il Policlinico Umberto I di Roma. Con la morte di Esposito è cambiata, aggravandosi, la posizione di de Santis. Non più tentato omicidio, ma omicidio volontario: questa la nuova ipotesi di reato contestata all'ex ultrà romanista.

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