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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2014 alle ore 15:21.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2014 alle ore 22:39.

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(Ansa)(Ansa)

Non era solo l'ultrà Daniele De Santis quando un pullman di sostenitori del Napoli, diretto verso lo stadio Olimpico passando per viale Tor di Quinto, è stato raggiunto da un lancio di sassi, fumogeni e bombe carta. C'erano almeno altre quattro persone, che indossavano un casco integrale nero. I magistrati della procura di Roma continuano a essere convinti di questa circostanza, avvalorata dalle dichiarazioni di alcuni testimoni. E quando almeno nove tifosi partenopei (di cui è in corso l'identificazione) hanno deciso di vedere da dove provenissero questi oggetti e chi fosse l'autore della provocazione, i sodali di De Santis si sono dati alla fuga seguendo un percorso diverso da quello dell'ex ultrà giallorosso.

Procura Roma: non si indaga su trattativa
Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, in merito alla presunta trattativa tra pubbliche autorità e ultras nello stadio Olimpico lo scorso 3 maggio per garantire il regolare svolgimento della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, ha puntualizzato: «Non esiste il reato di trattativa e quindi non può esservi una indagine giudiziaria in tal senso». Il responsabile dei pubblici ministeri della Capitale ha chiarito che sono tre le fasi in cui gli inquirenti si stanno applicando per fare luce su tutto quanto avvenuto. Il tema centrale è quello dell'aggressione ai pullman dei tifosi del Napoli sfociato poi negli spari che sarebbero stati esplosi dall'ultrà della Roma, Daniele De Santis. In questo episodio è stato ferito gravemente il supporter partenopeo Ciro Esposito. Una fase successiva è quella degli scontri fuori dall'Olimpico, ma nell'area del Foro Italico, in cui è stato ferito un agente ed uno steward. In ultimo ci sono i fatti avvenuti all'interno dello stadio.

Arresti per De Santis
Il gip di Roma ha disposto ieri il carcere per Daniele de Santis e l'obbligo di firma per i tre tifosi del Napoli coinvolti negli scontri prima della finale di Coppa Italia. Il provvedimento riguarda anche Ciro Esposito, ricoverato in gravi condizioni. De Santis ha negato di aver premuto il grilletto. «Non ho sparato io - ha risposto al gip nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia - ma non sono nelle condizioni di poter ricordare cosa è accaduto». L'uomo è accusato di tentato omicidio per aver ferito tre tifosi del Napoli nel prepartita di Coppa Italia. Gli inquirenti, in base anche ad alcune testimonianze, sono convinti che sia stato De Santis a sparare, anche se la prova "stub" non ha dato risultati dirimenti. Per questo sono in atto «ulteriori rilievi per l'uso dell'arma da fuoco»

Giudice sportivo: per il Napoli 2 gare a porte chiuse
Intanto il giudice sportivo della Lega di serie A ha deciso, dopo i fatti della finale di coppa Italia, che il Napoli disputerà le prossime due gare a porte chiuse per il complesso degli atteggiamenti dei propri tifosi, per la Fiorentina invece curva Fiesole chiusa un turno (ma con condizionale) per i cori anti Vesuvio.

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