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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2014 alle ore 10:33.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2014 alle ore 23:49.

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«Chi vuole cambiare il mondo e ha paura di guardarsi allo specchio non è credibile: l'Italia sarà credibile nella sua volontà di riforme solo se porterà a casa quelle che ha promesso da trent'anni e messo in cantiere negli ultimi sei mesi». Così il premier Matteo Renzi nel suo intervento al vertice Ue sull’occupazione in corso a Milano. Con un occhio all’Aula del Senato che si accinge a votare la fiducia sul ddl Lavoro, il premier ha poi rilanciato le sue parole d’ordine da presidente di turno Ue, a cominciare dai rischi di un eccesso di rigidità: «Un'Europa di soli controlli è il più grande regalo che si può fare all'antipolitica».

Più crescita, così l’Europa torna se stessa
«Se trasformiamo l'Europa in una commissione che fa gli esami e fa le pulci ai Paesi membri - ha detto Renzi - ai governi liberamente eletti, forse stiamo rispettando le regole della burocrazia, ma certo stiamo uccidendo la speranza della politica. Perchè se Europa diventa solo luogo non più di ideali ma di controlli, solo controlli, questo è paradossalmente il più grande regalo che possiamo fare alla antipolitica». Altro tema forte la priorità da dare alla crescita. «Senza crescita non c'è lavoro, senza lavoro non c'è dignità e senza dignità non c'è Europa», ha spiegato il premier, sollecitando l’Europa a porre di nuovo l’accento sulla crescita per «tornare ad essere se stessa».

Merkel “apre” a modifiche al sistema di cofinanziamento Ue
Nel bilancio del summit sul lavoro, in primo piano l’apertura inaspettata della cancelliera Angela Merkel alla possibilità di modificare l’attuale meccanismo di utilizzo dei fondi Ue e del cofinanziamento degli interventi da parte dei singoli Stati membri. «Ci sono Paesi che devono lottare per conciliare il rapporto tra il deficit e la crescita, siamo pronti a discutere di modifiche da portare al sistema», ha spiegato parlando ai giornalisti. Una disponibilità subito sottolineata da Renzi che ha definito le parole di Merkel «molto importanti» perchè l’attuale meccanismo di cofinanziamento «rischia di farci sforare il Patto di stabilità e questa è davvero una contraddizione».

La Germania farà di più per sostenere la domanda interna
La cancelliera ha poi replicato alle critiche delle ultime settimane spiegando che la Germania «sta sostenendo e sosterrà la propria domanda interna», e intende rafforzare il salario minimo a sostegno della stessa domanda interna, il che equivale a «9 miliardi in più». Questa misura, unitamente ad altre sull'occupazione, farà salire «a 15 miliardi il sostegno della domanda interna», il che «sarà utile anche per i vicini europei», ha concluso.

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