Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2014 alle ore 12:05.
L'ultima modifica è del 25 ottobre 2014 alle ore 17:05.

My24

REGGIO CALABRIA - Il grande imbroglio. Lo grida il centrodestra. Anzi lo scrive, visto che lo ha vergato a caratteri cubitali su quattro quaderni che girano semiclandestinamente per la città, accompagnando lo slogan con un sottotitolo che suona a strenua difesa dei 10 anni in cui ha governato il Comune di Reggio Calabria: “La verità è più forte di qualsiasi menzogna”. Non si specifica che le verità sono sempre di parte e non si chiarisce ripartire “da dove”: dalla gestione che ha portato allo scioglimento per contiguità mafiosa o da quella dei commissari? La risposta è scontata.

Il grande imbroglio. Lo grida anche il centrosinistra. Che però preferisce sottolineare, in campagna elettorale, che la città è a «un passo dalla svolta» e che «è il momento del coraggio». Forse il passo è verso il baratro e forse, più che coraggio, c'è incoscienza.
Una volta la fantasia era al potere. Oggi non lo è nemmeno nelle competizioni elettorali, visto che i due principali schieramenti che domani, domenica 26 ottobre, si affronteranno nel primo turno per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria, ripetono e si rinfacciano nei comizi e nei dibattiti lo slogan portandolo, ciascuno, a proprio vantaggio. Non va dimenticato che negli ultimi 20 anni si sono divisi il potere amministrativo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Non basterebbe, però, neppure la fantasia al potere per salvare da un futuro incerto questa città di 184.962 abitanti, sciolta per contiguità mafiosa dal Governo su proposta del Viminale il 9 ottobre 2012 (il Tar del Lazio confermò la decisione il 2 novembre 2013) e da allora affidata per due anni ad una terna commissariale che ha fatti i salti mortali per gestire senza fallire.

Casse vuote.
Il grande imbroglio, slogan che tutti tirano per la giacchetta, è innanzitutto quello del buco di bilancio.

Il centrodestra, con il quaderno pubblicato dall'Associazione culturale Lista Scopelliti Presidente, un retaggio dei fasti politici dell'ex Governatore, ha impiegato 22 pagine per spiegare che il buco è di 99 milioni, come se fosse comunque una cosa normale.

Il centrosinistra, che attraverso le denunce del consigliere regionale uscente Demetrio Naccari Carlizzi e del suo compagno di partito Seby Romeo, sei anni fa sollevò con denunce alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti il “grande imbroglio” sui conti, fa lievitare la cifra a quasi 300 milioni.

La Corte dei conti.
La realtà è che le casse sono vuote nonostante la pressione fiscale comunale alle stelle, tant'è che nelle motivazione depositate a febbraio 2014, con le quali la Corte dei conti bocciò il piano di rientro decennale presentato dai commissari per sanare il buco di bilancio, testualmente si legge: «Il quadro complessivo dei rilievi svolti evidenzia, ictu oculi, come le numerose “incongruenze” rilevate costituiscano essenzialmente l'esito della grave situazione finanziaria nella quale versa ormai da lungo tempo l'ente reggino, e non certo il frutto di inefficienze o manchevolezze meramente ascrivibili alla responsabilità della commissione straordinaria che da oltre un anno regge il Comune». Alla commissione straordinaria va dato atto «di aver profuso ogni sforzo, a fronte della grave situazione finanziaria rinvenuta, per tentare di arginare gli esiti negativi della pregressa gestione». La Corte segnala che «potrebbe forse risultare opportuno che la gestione commissariale si protragga sino alla completa restituzione della casa comunale al principio costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi