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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2014 alle ore 13:54.

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Togliere la licenza bancaria a Corpbank, cosa che il governatore della Bnb prevede di fare nel caso in cui il piano di salvataggio non passi in Parlamento, rappresenterebbe la svolta di una crisi che ha posto il livello di corruzione e la (scarsa) qualità della vigilanza bancaria sotto i riflettori degli osservatori internazionali. Ma se la banca centrale dovesse ritirare la licenza il governo bulgaro sarebbe costretto a usare comunque fondi pubblici per pagare i depositi garantiti, scatenando i ricorsi degli obbligazionisti che hanno investito in bond denominati in dollari e scaduti ad agosto.

Insomma, Sofia dovrebbe comunque trovare risorse straordinarie per un prestito.
Una revisione contabile ordinata dalla banca centrale alla Corpbank ha rivelato che l'istituto in insolvenza deve fare le grandi pulizie. Le sofferenze della banca, infatti, ammontano a oltre 4,2 miliardi di lev, pari a due terzi del totale attivo della banca, che ammonterebbe a 6,662 miliardi di lev. Altro aspetto da mettere in bella evidenza: solo il 13% dei mutui concessi avrebbe una idonea copertura. Insomma, qualcuno con i soldi di Corpbank ha corso rischi eccessivi e speculativi mettendo nei guai i clienti ignari.
«Volevamo cercare di salvare la banca», ha detto Borisov. «Abbiamo aspettato il rapporto della Banca centrale e questo rapporto è chiaro. La banca è in una gravissima situazione e non può essere salvata».

Mercoledì scorso un consorzio di investitori, il “cavaliere bianco”, ha presentato una lettera alle autorità bulgare, proponendo la creazione di un veicolo, cointestato con lo Stato, per acquisire Corpbank con un aiuto di 2,3 miliardi di lev (1,15 miliardi di euro) a sostegno del capitale da parte del governo. Il consorzio comprende la società di consulenza Epic con sede a Vienna, il fondo sovrano dell'Oman denominato State general reserve Fund (nel consiglio di sorveglianza di Corpbank siede tra gli altri il ceo del fondo, Abdul Sallam Al Murshidi), e il private equity Gemcorp specializzato in mercati emergenti, con sede a Londra.

Si sarebbe sfilato, invece, un altro socio di minoranza, la Vtb Capital, il ramo di investimento di una banca russa attualmente oggetto di sanzioni da Stati Uniti e Ue in seguito alla crisi ucraina. Alcuni analisti americani hanno visto nella vicenda bancaria lo zampino di Mosca per estendere la sua influenza sul Paese e far pressioni sul governo di Sofia perché aderisca al gasdotto Southstream.

L'offerta di salvataggio, tra l'altro, prevede di imporre un “haircut” a carico di depositanti non garantiti e obbligazionisti. Quanto ai depositi garantiti (quelli sotto i centomila euro) sono stimati a 3,7 miliardi di lev, mentre il Fondo di garanzia sui depositi del governo ne ha solo 2,1 miliardi in cassa. Insomma lo Stato dovrebbe intervenire in ogni caso. «Queste proposte non sono basate su logiche di mercato - ha detto venerdì Iskrov -. È necessario un intervento pubblico molto più grande di quello che lo Stato dovrebbe fornire con un prestito-ponte per coprire la carenza presso il Fondo di assicurazione dei depositi».

La banca centrale è in attesa di un'ulteriore relazione contabile degli amministratori che ha nominato per gestire Corpbank. Se giungesse la conferma del fatto che il capitale è negativo la banca centrale sarebbe costretta a revocare la licenza entro cinque giorni lavorativi. I pagamenti dei depositi garantiti fino a 100mila euro dovrebbero cominciare entro 20 giorni.

La crisi finanziaria in Bulgaria è esplosa a giugno quando due delle più grandi banche del Paese, Corpbank e First Investment Bank, sono state oggetto di una corsa agli sportelli a causa di sms anonimi spediti ai correntisti. La Banca nazionale è stata costretta a intervenire il 20 giugno con massicce iniezioni di liquidità aiutata anche dalla Ue, una mossa che ha solo parzialmente riportato la serenità tra i risparmiatori delle due banche.
L'italiana UniCredit è presente in Bulgaria con la prima banca del paese, UniCredit Bulbank. A quest'ultima e all'austriaca Raiffeisen si sono rivolti molti dei correntisti locali delle due banche in difficoltà in cerca di lidi più sicuri.

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