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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2014 alle ore 19:36.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2014 alle ore 17:12.

(Ansa)(Ansa)

«In Italia ce la stiamo giocando, la partita non è vinta nè persa ma stiamo segnando dei gol». Il premier Matteo Renzi replica così a Jean Claude Juncker nel corso dell'intervista a Massimo Giannini, a Ballarò, in onda stasera, anticipata al Tg3. «È cambiato il clima per l'Italia, in Europa non vado a dire “per favore ascoltateci”, non vado con il cappello in mano. Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare e l'ho spiegato anche a Barroso e Juncker», ha detto il premier Matteo Renzi. «Se vogliono parlare dell'Italia devono andare al trattato di Roma del 1957. Se non c'era l'Italia, non c'era l'Europa. Io pretendo rispetto e non vado a Bruxelles a chiedere cosa dobbiamo fare», ha detto Renzi. «Stanno aumentando in tutto il mondo i debiti pubblici, il nostro meno degli altri. Ma il problema è che non c'è la crescita», ha detto il premier . Sulle parole di Juncker arriva anche un tweet e un post su Facebook di Renzi: «Per l'Italia, la sua storia, il suo futuro chiedo rispetto. Anzi: pretendo il rispetto che il Paese merita #Europa». Renzi in serata ha anche partecipato alla riunione dei gruppi parlamentari del Pd.

Risposta forte alle forti affermazioni di Juncker
Il premier risponde con parole altrettanto forti alle pesanti affermazioni del presidente della Commissione Ue che oggi ha lanciato un attacco al premier italiano: «A Renzi dico che non sono il capo di una banda di burocrati: sono il presidente della Commissione Ue, istituzione che merita rispetto, non meno legittimata dei governi». E poi: «Se la Commissione avesse dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso».

Cucchi: evidenti responsabilità dello Stato
Poi il caso Cucchi. «Quel ragazzo è morto quando era nelle mani dello Stato. C'e' quindi una evidente responsabilita' dello Stato. Quel ragazzo, poteva essere mio fratello visto che ho più o meno l'età della sorella», ha detto il premier .«Ma io oggi rappresento il potere esecutivo. E non posso dire che quella sentenza è una sentenza sbagliata. Io continuo a credere nella giustizia. Rispetto sempre la giustizia».

Sul Tfr non cambieremo la norma
Le critiche di Bankitalia? «Non credo che cambieremo la norma» sul tfr, «noi lasciamo la libertà al cittadino di decidere», ha detto il premier. Le pensioni dei giovani? «Sono a rischio perché i giovani non lavorano». Il risparmio? «Nessuno di noi vuole colpire il risparmio. Nessuno di noi intende introdurre una patrimoniale e fare un prelievo forzoso sui conti», ha detto il premier. «C'è un disegno dell'Italia tutta in nero, vogliamo riportare fiducia», spiega il presidente del Consiglio.

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