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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2014 alle ore 09:19.
L'ultima modifica è del 17 novembre 2014 alle ore 10:10.

Bare nel fiume Polcevera
Numerose bare sono finite nel fiume Polcevera, a Genova Bolzaneto, dopo che è crollato un muro di sostegno al cimitero della Biacca. I vigili del fuoco sono sul posto, al lavoro per recuperare i feretri. Il crollo del muro perimetrale del cimitero della Biacca a Genova Bolzaneto è avvenuto verosimilmente ieri nel corso dell'alluvione, ma i resti umani sono stati scoperti questa mattina. Addossate al muro crollato c'erano cassette ossarie e bare zincate, precipitate in un torrente affluente del Polcevera. Nell'acqua e nel fango del Polcevera e del suo affluente si cercano quindi bare, teschi e altri resti umani. Alcuni sono già stati recuperati e trasferiti in un locale dello stesso cimitero, la ricerca prosegue . Sono al lavoro i vigili del fuoco e operai del Comune

Burlando: «Danni per 1 miliardo di euro. Ma arriverà poco»
Una regione «devastata», che ha subito «danni enormi», «un miliardo di euro tra l'alluvione precedente e quella attuale». La stima, fatta all'Adnkronos, è del governatore della Liguria, Claudio Burlando, che però sottolinea: «Purtroppo di questo miliardo sarà possibile recuperare soltanto una quota minima. La Regione può fare poco, può passare da 50 a 60, 65 milioni, il sistema degli enti locali arriverà a un centinaio di milioni, poi però interviene il patto di stabilità». Secondo Burlando, è il momento di «uscire dalla fase degli slogan”. «Il problema è complesso - sottolinea -, dobbiamo accettare la complessità e affrontare le questioni concrete. I fattori del dissesto idrogeologico sono diversi. Si chiamano in causa i condoni - dice Burlando - ma i condoni li fanno a Roma, mi pare ne abbiano fatti tre negli ultimi anni, ed è difficile essere severi in periferia quando si fanno i condoni al centro».

«Poi c'è il fatto - aggiunge il governatore - che l'assetto urbanistico della nostra regione è quello che è, non possiamo rifare da capo città e paesi. Si parla dell'abbandono dell'entroterra, e anche questo è un fattore del sistema ma, a parte il fatto che ieri sono state alluvionate anche le campagne in zone coltivate e curate, non si può risolvere il problema della ripopolazione dell'Appennino con un colpo di bacchetta magica. In Cina magari deporterebbero una parte della popolazione nell'entroterra, qui questi sistemi non si usano. Bisogna essere meno semplificatori e affrontare i problemi in modo realistico se vogliamo davvero ottenere dei risultati''. Per quanto riguarda una prima stima dei danni, secondo Burlando «la Liguria ha subito danni enormi, sommandoli a quelli dell'alluvione precedente, e contando le perdite dei privati, si arriva al miliardo di euro: Albenga, per esempio, ha perso l'intera produzione agricola”. Purtroppo di questo miliardo sarà possibile recuperare soltanto una quota minima. E potrebbe non essere ancora finita”.

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