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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2014 alle ore 13:26.
L'ultima modifica è del 30 novembre 2014 alle ore 20:58.

Misure stabilizzate – Stanziati 4,5 miliardi per chi assume
La Camera nel suo voto finale sulla stabilità ha di fatto stabilizzato il bonus Irpef di 80 euro per i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 26mila euro. Ha confermato la sperimentazione dell'erogazione del Tfr in busta paga per i dipendenti che ne faranno richiesta. E come voluto fermamente dal Governo non ha modificato il regime di tassazione più sfavorevole (ad aliquota marginale) previsto dal ddl di stabilità in luogo di quello più vantaggioso (a tassazione separata) così come avviene per l'erogazione del Tfr al dipendente giunto a fine contratto. Tra le conferme c'è anche quella del sostegno finanziario a chi assume a tempo indeterminato. Da una parte sono stati confermati 1,8 miliardi per la decontribuzione sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato che scatteranno dal prossimo 1° gennaio. Per i neo assunti le imprese non dovranno versare i contributi previdenziali a loro carico nel limite massimo di 8.600 euro. A Montecitorio è stato aggiunta poi la possibilità per i datori di lavori che fino al 31 dicembre 2012 hanno assunto lavoratori in mobilità licenziati da imprese con meno di 15 dipendenti di fruire di uno sgravio con l'aliquota fissata per gli apprendisti alò 10% per un periodo di 18 mesi per i contratti a tempo indeterminato e di 12 mesi per quelli a temine. Alla posta da 1,8 miliardi per la decontribuzione si devono aggiungere i 2,7 miliardi stanziati dal Governo per il 2015 per cancellare la componente costo del lavoro dalla base imponibile Irap sempre per gli assunti a tempo indeterminato. Deducibilità integrale estesa dalla Camera anche alle imprese agricole.
Modifiche attese al Senato - La local tax
I due testi passeranno già da domani all'esame del Senato per la seconda lettura. E che certamente sarà quella più “calda” per la stabilità. L'obiettivo dichiarato resta quello di mantenere i saldi invariati così come è accaduto alla Camera, ma non sarà certo una partita facile. I nodi da sciogliere sono più di uno e tutti complessi. Al primo posto c'è la nuova tassazione sugli immobili, ovvero l'introduzione della nuova local tax che, nelle intenzioni del Governo, dovrà andare a riordinare la fiscalità locale a partire da quella sulla casa. La tassa sul mattone dovrà cancellare di fatto il binomio Imu-Tasi, indigesto ormai a cittadini, imprese e agli stessi sindaci. Con l'addio dal 2015 delle disposizioni transitorio la Tasi sarà di fatto ingovernabile con picchi di tassazione che potrebbero salire fino al 6 per mille e senza alcuno sconto. Come anticipato da Gianni Trovati sul Sole 24 Ore di giovedì scorso, i tecnici di Palazzo Chigi e dell'Economia sono già al lavoro da settimane per trovare la quadra su aliquote standard per la prima casa e le detrazioni, nonché gli spazi di manovra finanziari per consentire ai sindaci di poter concedere ulteriori sconti a determinate categorie di soggetti (famiglie numerose o con portatori di handicap). Più articolata appare la tassazione per le imprese e per i beni strumentali. Sugli immobili le imprese chiedono da sempre la piena deducibilità dell'Imu versata sui capannoni dalle imposte dirette, ora limitata al 20%. Il Governo potrebbe al massimo elevare al 30% la percentuale di deduzione anche perché oggi l'Imu come detto è deducibile al 20% mentre la Tsi lo è al 100%, per cui una nuova tassa unica (la local tax) resterebbe deducibile per le imprese solo per un quinto.
La patrimoniale sui macchinari imbullonati
Con la riforma della fiscalità locale il Governo potrebbe cancellare la “patrimoniale sui macchinari”, ovvero la rivalutazione della rendita catastale anche dei macchinari strumentali imbullonati al suolo che di fatto fanno lievitare il peso dell'Imu dovuta dalle imprese, trasformando in “patrimonio” un bene ancorato al suolo che può essere rimosso in relazione all'attività svolta. L'ipotesi già ipotizzata dallo stesso sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, sarebbe quella di prevedere a partire dal 1° gennaio 2015 che se catastale subisce una variazione in aumento a causa delle verifiche del Fisco in relazione alle componenti impiantistiche dei fabbricati stessi, la variazione in aumento non andrà a incrementare la base imponibile dei tributi locali.
Regioni
Con la local tax è certamente il tema più complesso. Il confronto tra l'Esecutivo e governatori è stato volutamente spostato al Senato per cercare un accordo su come rimodulare i 4 miliardi di tagli chiesti alle regioni con la stabilità. Dopo le fumate nere dei primi incontri delle scorse settimane un punto di incontro potrebbe essere trovato su una compartecipazione del Governo nell'individuazione di almeno 1,5 miliardi di tagli sui quattro previsti. E così come è stato concesso già ai comuni alla Camera anche i governatori potranno disporre di tempi più lunghi per ammortizzare i mutui contratti. Per un primo passo verso le istanze delle regioni il Governo già lo ha fatto in commissione Bilancio della Camera dove è stata introdotta un'ulteriore possibilità per le Regioni che hanno ottenuto anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti: per queste è stato cancellato l'obbligo del pareggio di bilancio per la sottoscrizione di nuovi mutui.
Personale delle Province
Il Governo dovrà definire i dettagli per la ricollocazione del personale delle province ormai svuotate dalla riforma Delrio. L'ipotesi sul tappeto e anticipata nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore prevede lo spostamento al 31 dicembre 2018 dei prepensionamenti per il personale che ne ha i requisiti. Inoltre per il personale ancora in esubero Regioni ed Enti locali dovranno destinare, per il 2015 e il 2016, le risorse destinate alle assunzioni a tempo indeterminato per il riassorbimento di queste unità lavorative. In terza istanza il Dipartimento della funzione pubblica procederà a un monitoraggio sulla disponibilità di posti vacanti tra agenzie, Università, le amministrazioni statali ed enti pubblici non economici.
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