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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2014 alle ore 13:06.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2014 alle ore 22:53.

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Gianni AlemannoGianni Alemanno

«Ho accolto la proposta di Lionello Cosentino di un passo indietro e il commissariamento del Pd di Roma nella persona di Matteo Orfini». Matteo Renzi interviene in serata sull’inchiesta Mafia Capitale, annunciando il commissariamento del partito in diretta a Bersaglio Mobile su La7. Degna conclusione di una giornata convulsa che ha visto l’ombra del «sodalizio mafioso» scoperchiato ieri allargarsi sulla Regione Lazio, Gianni Alemanno autosospendersi da tutti gli incarichi in Fratelli d’Italia e prendere le distanze dall’ex terrorista dei Nar Massimo Carminati e dai suoi uomini, il Pd romano, appunto, nel caos. E il M5S dal prefetto a chiedere che il Comune venga sciolto per mafia. Mentre plaudono all’inchiesta il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone e il delegato di Confindustria per la legalità, Antonello Montante, gli indagati in carcere fanno muro: dei 14 sottoposti a interrogatorio di garanzia, soltanto Franco Panzironi (ex ad Ama) ha risposto alle domande del Gip. Tutti gli altri, a partire da Carminati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Renzi: serve riflessione profonda
«Sono sconvolto, c’è amarezza e rabbia», ha detto Renzi. «Per tutti vale il principio di presunzione di innocenza, ma questa vicenda mi colpisce molto. Serve una riflessione profonda, certo l’epicentro è l’amministrazione di Alemanno ma alcuni nel Pd romano non possono tirare un sospiro di sollievo». Il premier ha difeso il ministro del Lavoro, immortalato in una foto a cena con alcuni dei nomi di punta dell’organizzazione criminale: «Non le consento - ha detto a Marco Travaglio - di mettere in mezzo Giuliano Poletti perché ha partecipato a una cena. Poletti è totalmente fuori, è un galantuomo, ne ho apprezzato lo straordinario rigore morale e il suo valore civile e politico». Il Governo ha in programma un’“operazione trasparenza”: «Entro la fine dell’anno tutti potranno verificare centimetro per centimetro quanto costa un’opera pubblica, quanto prendono i dirigenti, quanto costa palazzo Chigi. Sarà un’opera di trasparenza on line, sarà attivo il
sito soldipubblici.it».

Indagini Dda puntano su Regione Lazio
La Capitale si è comunque svegliata sconvolta all’indomani dell’operazione dei carabinieri del Ros, sotto la direzione della Procura distrettuale antimafia, che ha portato all’arresto di Carminati e di altre 36 persone (8 sono ai domiciliari) con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati. Le indagini della Dda della procura di Roma puntano ora sulla vecchia e attuale amministrazione della Regione Lazio. Gli investigatori ritengono infatti che l’organizzazione, dopo aver «inquinato» il Campidoglio e aver fatto «affari» con alcuni dirigenti di enti pubblici e responsabili di aziende municipalizzate, possa essere arrivata nei palazzi di via della Pisana e in viale Cristoforo Colombo per accaparrarsi gli appalti più redditizi. La corposa documentazione sequestrata ieri dai Ros durante le perquisizioni potrebbe aiutare. In una delle intercettazioni ambientali tra Carminati, Salvatore Buzzi (il presidente della coop “29 giugno”, aderente a Legacoop) e altri si deduce che l’associazione stesse ragionando sugli appalti sui quali concentrarsi: si citava una non meglio precisata «gara da 60 milioni» e l’ex Nar ricordava ai presenti che si poteva contare sull’appoggio di Luca Gramazio (capogruppo Fi in Regione). Sarebbero comunque decine i nomi nel mirino dei pm: politici, dirigenti di enti pubblici, imprenditori.

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