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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 11:04.
L'ultima modifica è del 10 dicembre 2014 alle ore 18:23.

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Liste non collegate, soglia di sbarramento al 3%
In base alla proposta Finocchiaro, la soglia di sbarramento per accedere al riparto dei seggi per le liste non collegate scende dall'8% previsto dal testo della Camera al 3% dei voti, mentre resta invariata (fermo restando che il premio non è più previsto alla coalizione, la soglia di sbarramento del 12% dei voti) «per le coalizioni di liste che contengano almeno una lista collegata che abbia conseguito sul piano nazionale almeno il 4,5% dei voti validi espressi».

100 collegi plurinominali
«Salvo quanto stabilito per le circoscrizioni Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige», nelle restanti circoscrizioni del territorio nazionale per l'elezione della Camera dei deputati» l'Italicum 2.0 prevede la costituzione di «100 collegi plurinominali», con un solo seggio per la circoscrizione Molise.

Candidature multiple “riservate” ai capilista
Solo i candidati capilista potranno essere inclusi in liste con il medesimo contrassegno, in una o più circoscrizioni, fino ad un massimo di dieci collegi plurinominali. Il testo attuale dell'Italicum approvato in prima lettura dalla Camera consente invece le pluricandidature per ogni candidato fino a un massimo di otto collegi.

Ballottaggio, stop al divieto di apparentamento
Tra le novità anche l'abolizione del divieto di apparentamento tra liste sia al primo turno che in caso di ballottaggio. Gli emendamenti infatti prevedono la soppressione del comma 8 dell'articolo 1 dell'Italicum uscito da Montecitorio che recitava: «In caso di ballottaggio, fra il primo turno di votazione e il ballottaggio non sono consentiti ulteriori apparentamenti delle liste o coalizioni di liste presentate al primo turno con le due liste o coalizioni di liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo».

Le “liste corte” si allungano
Nella versione Finocchiaro le liste dei candidati nei collegi plurinominati previsti dall'Italicum passano da sei a nove. In particolare si prevede che «i seggi spettanti a ciascuna circoscrizione sono assegnati in collegi plurinominali, nei quali è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a nove».

Obbligo di indicare programma e leader
Contestualmente al deposito del contrassegno, i partiti o i gruppi politici organizzati che si candidano a governare dovranno depositare il programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come capo della propria forza politica.

Il nodo dell’entrata in vigore della riforma
Sempre ieri, la prima commissione aveva dato il via libera con voto trasversale anche ad un ordine del giorno Calderoli-Bisinella ma nella versione riformulata dalla relatrice e presidente Finocchiaro, senza cioè riferimenti alla cosiddetta clausola di salvaguardia. In sintesi, la previsione di un’entrata in vigore dell’Italicum non dal momento approvazione, ma solo dopo quella della riforma del bicameralismo.

Norme-ponte in caso di voto anticipato
Rimane dunque l’incertezza sulla legge elettorale da utilizzare in caso di una fine anticipata della legislatura, e quindi di urne anticipate prima dell'approvazione della riforma del bicameralismo. In commissione, il confronto ha visto riferimenti sia al Consultellum (le norme elettorali applicabili alla luce della sentenza costituzionale 1/2014 che ha cassato i capisaldi delle precedenti norme elettorali note come “Porcellum”) che al Mattarellum (la legge elettorale con i collegi uninominali e la quota proporzionale al 25% particolarmente invisa a Berlusconi).

L’emendamento “renziano”: ripristinare il Mattarellum
La soluzione proposta oggi dai senatori renziani Stefano Collina, Andrea Marcucci e Francesco Verducci punta sul Mattarellum. Un loro subemendamento prevede infatti l’entrata in vigore della riforma dal 1° gennaio 2016: «Nel periodo transitorio dall'approvazione della legge elettorale alla sua effettiva validità, viene ripristinato il Mattarellum». «Se dobbiamo proprio prevedere una clausola di salvaguardia - spiegano i firmatari - crediamo che il Mattarellum risponda perfettamente ai requisiti indicati dalla Consulta ed interpreti molto meglio l'esigenza di rafforzare la governabilità del Paese». L’emendamento « è uno stimolo che offriamo alle forze politiche affinché non si perda tempo e si proceda nei tempi stabiliti ad approvare riforme costituzionali ed Italicum».

Boschi: entrata in vigore, data certa utile ma non necessaria
Su quando far scattare l’entrata in vigore della riforma e sull’eventuale regime ponte da adottare la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi ieri aveva lasciato aperta ogni opzione: «Può essere ragionevole introdurre una data certa», come il 1° gennaio 2016 suggerito giorni fa dal premier, «ma a mio avviso non ha molta utilità politica perchè torneremo a votare nel 2018 con una nuova legge elettorale e anche con le riforme costituzionali già sottoposte a referendum».

Lega presenta 10.500 emendamenti
Intanto sono 10.500 gli emendamenti presentati dalla Lega alla Riforma delle Legge elettorale. Li ha consegnati questo pomeriggio in commissione Affari Costituzionali del Senato Roberto Calderoli trasportandoli su tre carrelli. «Siamo pronti a ritirarli - ha detto Calderoli - se il Governo mostrerà buonsenso, altrimenti li votiamo tutti».

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