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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2014 alle ore 13:36.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2014 alle ore 19:37.

Resta in carcere, per associazione mafiosa, l'ex estremista dei Nar, Massimo Carminati, tra i principali indagati nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Roma che ha respinto le richieste della difesa. Conferma del carcere, sempre con la stessa aggravante prevista dalla procura in base all'articolo 7 del 1991, anche per Riccardo Brugia, braccio destro di Carminati, per il manager Fabrizio Franco Testa e per il commercialista Roberto Lacopo. carminati, ritenuto dalla procura la figura centrale del sodalizio di Mafia Capitale, è finito in manette per associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, turbativa d'asta e false fatturazioni.

Campidoglio si constituisce parte offesa
Il Campidoglio intanto ha annunciato che sarà parte offesa nel processo che potrebbe scaturire dall’inchiesta su Mafia Capitale. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, in qualità di legale pro tempore di Roma Capitale, ha firmato oggi l’atto con cui formalizza alla procura della Repubblica di Roma la «costituzione dell’amministrazione quale parte offesa, nel procedimento che verrà instaurato a carico di Massimo Carminati e altri». La scelta, spiega una nota del Comune, è operata anche «in vista della futura costituzione di parte civile dell’amministrazione nel processo penale», per ottenere il risarcimento dei «danni morali e materiali conseguenti ai reati per cui si procede, che vedono il Comune quale parte offesa e danneggiata».

Pm indagano su pestaggio sottufficiale Gdf
Sul fronte delle indagini i pm della Procura di Roma che indagano su Mafia Capitale hanno avviato accertamenti relativi ad un pestaggio, nell'aprile scorso, di un sottufficiale della Guardia di Finanza di Cisterna di Latina quando il militare stata svolgendo indagini su una società pontina che aveva avuto rapporti con la cooperativa di Salvatore Buzzi.

Buzzi trasferito nel carcere nuorese di Badu ’e Carros
Buzzi, presidente della Coop 29 giugno, tra i principali indagati nell'inchiesta “Mafia Capitale” insieme all’ex terrorista nero Massimo Carminati, è stato traferito nel carcere nuorese di Badu `e Carros. Il giorno del suo arresto, il 2 dicembre, Buzzi era stato recluso a Regina Coeli, quinta sezione. Il giorno dopo, mercoledì, è stato trasferito nel penitenziario sardo, dove è recluso in regime di alta sicurezza.

Forza Italia insiste: i consiglieri si dimettano in massa
Nel frattempo sul Comune pende una doppia spada di Damocle: la decisione del prefetto Giuseppe Pecoraro sull’eventuale commissariamento e la situazione politica. Forza Italia stamattina è ripartita all’attacco. «I consiglieri comunali di Roma dovrebbero dimettersi in massa: non ci sono più le condizioni per continuare», ha detto il coordinatore romano Davide Bordoni dalla sede di Forza Italia, insieme con Giovanni Toti, Maurizio Gasparri e Antonio Tajani. «La prossima settimana il gruppo di Fi darà al segretariato la disponibilità a firmare le dimissioni. Serve un atto collettivo di almeno 24 consiglieri per tornare al voto: mi auguro che i consiglieri di altre forze politiche facciano come Forza Italia».

M5S di nuovo dal prefetto: commissariamento in vista
Pressing su Marino e la sua Giunta anche dal M5S. Una delegazione di parlamentari oggi è tornata dal prefetto. «Ha ribadito che il sistema è marcio e che non esclude minimamente lo scioglimento», ha riferito Alessandro Di Battista al termine dell’incontro. I Cinque Stelle hanno ribadito che «il prefetto Pecoraro ha chiarito che intende concludere in fretta l’ispezione, 45-60 giorni al massimo, e non esclude il commissariamento, come abbiamo chiesto sin dal primo giorno».

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