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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2014 alle ore 09:07.
L'ultima modifica è del 30 dicembre 2014 alle ore 12:15.

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Due marinai di un rimorchiatore albanese Illiria sono morti oggi durante le manovre per l'aggancio del traghetto Norman Atlantic, al largo di Valona: lo hanno confermato fonti del ministero albanese della Difesa. Un secondo membro dell'equipaggio sarebbe rimasto gravemente ferito. I due sono stati colpiti da un cavo che si è spezzato durante le manovre di aggancio.

Il traghetto Norman Atlantic, a bordo del quale domenica scorsa si è verificato un incendio al largo delle coste albanesi, provocando morti, feriti e dispersi, sarebbe dunque rimorchiato da un mezzo navale albanese verso Valona. La nave «è stata posta sotto sequestro» comunica il ministero dei Trasporti, sottolineando che «la magistratura albanese e quella italiana sono in contatto per decidere in quale porto sarà rimorchiata».

Intanto, sono indagati per i reati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, il comandante della Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, e l'armatore della nave, Carlo Visentini. Lo si apprende da fonti giudiziarie baresi. La competenza territoriale per le indagini sull'incendio del traghetto Norman Atlantic è della procura di Bari.

Trovati altri due corpi
Sono stati ritrovati i corpi di altre due persone decedute nel traghetto alla deriva. Lo afferma la Guardia Costiera in un tweet. Le vittime accertate sono quindi per ora 10.

Il giallo dei dispersi
È ancora «prematuro» indicare il numero dei dispersi nel naufragio del traghetto Norman Atlantic, perché sono ancora in corso le verifiche. Lo ha affermato ieri il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi in una conferenza stampa a palazzo Chigi, precisando che tra le persone salvate ci sono 44 italiani: 22 passeggeri e 22 membri dell'equipaggio. «Stiamo mettendo a disposizione delle autorità greche - ha detto Lupi - la lista per verificare. Fare oggi previsioni sul numero dei dispersi ci sembra prematuro». «C'è una lista di imbarco - ha spiegato il ministro - e i nomi delle 427 persone salvate, tra cui 56 persone dell'equipaggio. Spetta al porto di imbarco in Grecia verificare la coincidenza con la lista di imbarco. Non possiamo conoscere il numero esatto e sarebbe sbagliato in questo momento intervenire su questo».
Al momento, ha aggiunto Lupi, «ci sono numeri ballerini: 458 o 478 persone» nella lista di imbarco, ma è necessario verificare se «sono tutti saliti a bordo», considerando che «c'è stato anche uno scalo. Non possiamo fare altro che mettere a disposizione delle autorità greche il lavoro fatto».

Secondo l'edizione online del settimanale greco To Vima, considerato tra i più autorevoli, i dispersi sarebbero 38. «Tra i 427 salvati ci sono 56 membri dell'equipaggio, tra i quali 22 italiani - ha aggiunto Lupi - . Tra i passeggeri, 234 greci, 54 turchi, 22 italiani, 22 albanesi, 18 tedeschi, 10 svizzeri e poi di altre nazionalità».

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