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Cdm, 10 grandi banche popolari diventeranno Spa in 18 mesi. …

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ok dal cdm all’investment compact

Cdm, 10 grandi banche popolari diventeranno Spa in 18 mesi. Portabilità veloce per i conti correnti

Consiglio dei ministri “pesante”, quello in programma oggi, inizialmente fissato alle 13, ma poi spostato nel primo pomeriggio a partire dalle 15. Conclusa dopo un paio di ore, la riunione si è conclusa con il via libera all’“Investment compact”, che comprende anche un pacchetto di norme per il riassetto delle banche popolari. Stralciata, invece, la riforma del credito cooperativo. Lo ha sottolineato il premier Matteo Renzi prima su twitter e poi in conferenza stampa: «Nessuno tocca le Bcc».

Renzi: 10 banche popolari saranno spa, tempo 18 mesi
«Attraverso l'art.1 interveniamo sulle banche popolari, non su tutte ma su quelle con attivi sopra gli 8 miliardi. Sono 10 le popolari in Italia che in 18 mesi dovranno superare il voto capitario e diventare spa. E' un momento storico. Le altre popolari, se lo vorranno, potranno rimanere così». Così Matteo Renzi al termine del Cdm. Poi il premier ha precisato: «Non c’è un intervento sulle banche di credito cooperativo, non si tratta di danneggiare la storia dei piccoli istituti, ma di fare in modo che le banche italiane siano all'altezza delle sfide. Abbiamo troppi banchieri e facciamo troppo poco credito». E ha annunciato: «Il 20 febbraio presenteremo non solo il decreto fiscale ma anche i provvedimenti sul lavoro che mancano».

Padoan: diamo scossa ma con intervento graduale
«La scelta quantitativa» con l'applicazione del decreto a dieci grandi banche popolari «concilia la necessità di dare una scossa forte preservando però in alcuni casi una forma di governance che ha servito bene il Paese» ha spiegato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in conferenza stampa a palazzp Chigi. «Andranno valutati in futuro altri suggerimenti di modifica della governance». Dunque, «gradualità ma indirizzo chiaro». Il ministro ha poi sottolineato che «come sempre quando il ministero si occupa di questioni bancarie, ascolta i consigli della Banca d'Italia». Anche questa volta c'è stata condivisione dei temi, ma «poi le decisioni politiche sono responsabilità del governo».

Popolari: Ncd contro decreto, non ci stiamo a scatola chiusa
Malumori però arrivano dal Ncd. «Le Banche popolari e quelle di Credito Cooperativo sono da sempre un punto di riferimento sul territorio e un sostegno imprescindibile per piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, liberi professionisti e famiglie. Ed è proprio per questo che, a scatola chiusa, non siamo disponibili a votare provvedimenti volti a tutelare la grande finanza a discapito delle piccole realtà economiche». Così in una nota la capogruppo alla Camera di Area Popolare (Ncd-Udc) Nunzia De Girolamo.

Costo chiusura conto a carico banche, 12 giorni per trasferimento fondi
Nel decreto sono previste inoltre, sul fronte bancario, misure sulla portabilità dei conti correnti. «Il costo di chiusura del conto corrente è a carico della banca e deve essere fatto in tempi rapidi. Compatibilmente con le tecnicalità dell'operazione» ha spiegato il ministro dell'Economia. Il trasferimento dei fondi deve avvenire «al massimo in 12 giorni», ha aggiunto il ministro. In caso di mancato rispetto dei termini, l'istituto bancario o il prestatore di servizi di pagamento risarcisce il cliente in misura proporzionale al ritardo e alla disponibilità esistente sul conto di pagamento al momento della richiesta di trasferimento.

«Patent box» esteso
Il governo ha anche approvato l'allargamento del cosiddetto «patent box» per facilitare le imprese nelle attività brevettuali. Si potenzia il Patent box, con piena inclusione anche dei marchi commerciali tra le attività immateriali per le quali viene riconosciuto il beneficio fiscale. Viene anche ampliato il campo di applicazione oggettiva del Patent box aprendo alla possibilità di includere, entro limiti prestabiliti, le attività di valorizzazione della proprietà intellettuale gestite e sviluppate in outsourcing con le società del gruppo.

Allargati i canali di finanziamento per imprese
Il provvedimanto varato dal governo, ha aggiunto Padoan, contiene anche «misure che allargano i canali di finanziamento disponibili per le imprese agli intermediari non bancari». Si tratta, ha proseguito, «una filosofia che va nella direzione dei trend europei di unione dei mercati dei capitali». Per le imprese, quindi «non c'è solo il credito ma finanziamenti anche da altri intermediari»

In arrivo «newco» per imprese in crisi temporanea
Nel decreto “Investment compact” c’è anche spazio per norme atte a stimolare gli investimenti nazionali e le ristrutturazioni delle imprese industriali, come ad esempio l'Ilva. La misura mira a promuovere la costituzione di una Società di servizio per la ristrutturazione, il riequilibrio finanziario e il consolidamento industriale di imprese italiane in temporanee difficoltà patrimoniali e finanziarie, ma con buone prospettive industriali ed economiche. Si tratterebbe pertanto di uno strumento caratterizzato da natura e finalità diverse rispetto ai Fondi partecipati e promossi dalla Cassa Depositi e Prestiti – F2i, Fondo strategico italiano, Fondo italiano d'investimento – che sono tenuti a investire in aziende non solo prospetticamente, ma anche correntemente in utile.
Il capitale della Società sarà interamente sottoscritto da investitori istituzionali e professionali attraverso l'emissione di azioni, alcune delle quali possono godere anche della garanzia dello Stato.

Sace potrà costituirsi banca per sostegno export
Al fine di rafforzare l'attività di Sace a supporto dell'export e dell'internazionalizzazione dell'economia italiana, Sace potrà essere autorizzata a svolgere l'esercizio del credito diretto (ovvero a costituirsi come banca). Tale attività dovrà essere svolta previa autorizzazione della Banca d'Italia, nel rispetto delle normative internazionali, europee e nazionali in materia

Pmi innovative
Si introduce la categoria di “Pmi innovative” costituita dalle Pmi non quotate con bilancio certificato e in possesso di almeno due tra i seguenti tre requisiti: spese in R&S (ricerca e sviluppo) almeno pari al 3% del maggior valore tra fatturato e costo della produzione; impiego di personale altamente qualificato in misura almeno pari a un quinto della forza lavoro complessiva; detentrici, licenziatarie o depositarie di un brevetto o un software registrato alla Siae. Alle Pmi innovative si applica le semplificazioni e le agevolazioni che l’attuale normativa riserva alle start-up innovative, a eccezione delle disposizioni in ambito di diritto fallimentare e di regolamentazione del mercato del lavoro.

Misure a favore dei fondi di credito
Al fine di consentire alle imprese italiane di beneficiare di tutti gli strumenti finanziari di cui beneficiano i loro competitor europei, allineando al contempo la normativa italiana a quella di altri Paesi europei (quali Germania e Francia), si tende innanzitutto ad ampliare l'esenzione della ritenuta a tutti i proventi percepiti dai fondi che possono fare credito diretto alle imprese, eliminando la limitazione che prevedeva l'esenzione solo per i fondi che non facevano ricorso alla leva finanziaria.

Salta “tax ruling” per grandi investitori
Escono dal decreto la norme sul tax ruling a favore dei grandi investitori«La norma non è stata introdotta, abbiamo ritenuto meglio focalizzarci su una serie limitata di articoli, altre idee serviranno per altri provvedimenti». «È un dl snello in attesa del nuovo Capo Stato», ha aggiunto Graziano Delrio. Le norme sul tax ruling dovevano andare incontro ai grandi investitori con progetti pluriennali da almeno 500 milioni di euro, ovvero i fondi sovrani mediorientali, i grandi fondi di private equity Usa, ma anche holding e fondi di investimento cinesi. Niente di fatto anche per la prevista creazione dell'Agenzia unica per gli investimenti, una sorta di 'super agenzia' in cui far confluire Ice, Invitalia e Enit, per la quale già si era ipotizzato un ruolo per Luca Cordero di Montezemolo.

Rinviato il restyling del fondo di garanzia
Non entra nel decreto banche e investimenti neppure il restyling del Fondo centrale di garanzia (che doveva essere esteso anche alle cartolarizzazioni per poter poi cedere i titoli alla Bce nell'ambito del piano di acquisti degli Abs mezzanine) previsto nelle prime bozze dell'Investment compact. A confermarlo il ministro Federica Guidi assicurando che della questione ci si occuperà «in un prossimo provvedimento».

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