Punire non solo chi arruola e addestra i terroristi, ma anche chi si mette a disposizione della “causa”, chi si autoaddestra e chi organizza i viaggi all’estero dei foreign fighters. Estendere ai potenziali combattenti la possibilità di applicare le misure di prevenzione personali, tra cui il divieto di espatrio. Aumentare la pena del carcere per i reati di istigazione e apologia del terrorismo quando sono commessi attraverso il web. E istituire una “black list” dei siti internet, continuamente aggiornata.
Sono questi i principali contenuti del pacchetto anti-terrorismo che il Governo ha deciso di far slittare a giovedì. Trasformando l’iniziale «disegno di legge recante misure per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale», che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare e che è entrato oggi a Palazzo Chigi, in un decreto legge che conterrà anche le nuove misure in tema di missioni internazionali.
Espulso studente turco della Normale di Pisa
Le norme messe a punto dal ministero dell’Interno intervengono su diversi articoli del Codice penale «per attualizzare - si legge nella relazione illustrativa - la vigente disciplina degli strumenti normativi in materia di prevenzione e repressione dei fenomeni terroristici, in particolare quelli di matrice internazionale». E proprio oggi è trapelata la notizia che a fine dicembre uno studente turco, iscritto a un corso della Scuola Normale di Pisa, è stato espulso dall’Italia: avrebbe postato messaggi anti-occidentali su blog e siti islamisti monitorati dalla polizia.
Una corsia preferenziale per chi agisce sotto copertura
Il Governo è intenzionato a intervenire per aumentare la protezione degli informatori. Si prevede la possibilità, per il questore, di rilasciare permessi di soggiorno a fini informativi anche a chi è ritenuto un informatore necessario per la lotta alla criminalità transnazionale. Si va poi dalla possibilità di rilasciare documenti di copertura (e relative garanzie) anche a soggetti che non appartengono ai servizi segreti ma che si muovono in concorso con loro alla possibilità, per gli agenti dei servizi, di deporre in sede testimoniale mantenendo le generalità di copertura. Un’altra proposta prevede di consentire ai servizi di ricevere da Bankitalia gli esiti delle analisi effettuate sulle operazioni sospette trasmesse da banche e professionisti.
Foreign fighters nel mirino
Ma la vera stretta sui “combattenti” passa per la previsione di nuovi reati. All’articolo 270-quater del Codice penale si ipotizza di aggiungere un secondo comma che recita: «Fuori dei casi di cui all’art. 270-bis, e salvo il caso di addestramento, la persona arruolata è punita con la pena della reclusione da tre a sei anni». Un nuovo articolo 270-quater 1 dovrebbe punire, sempre con il carcere da tre a sei anni, «chiunque organizza, finanzia o propaganda viaggi finalizzati al compimento delle condotte con finalità di terrorismo di cui all’articolo 270-sexies». Con l’articolo 270-quinquies («Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale») si propone di punire invece con la reclusione fino a dieci anni non solo chi addestra al combattimento o all’uso di armi ma anche chi «acquisisce, anche autonomamente, le istruzioni» per combattere o utilizzare armi ed esplosivi. Le pene previste «sono aumentate se il fatto è commesso attraverso strumenti informativi e telematici».
Il giro di vite sul web
Anche le pene per i reati di istigazione a delinquere (articoli 302 e 414 Cp) sono aumentate «se è il fatto è commesso attraverso strumenti informatici e telematici». Il provvedimento punta inoltre ad affidare all’organo del ministero dell’Interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi di telecomunicazione l’aggiornamento di un elenco di siti usati per finalità terroristiche. Su richiesta dell’autorità giudiziaria si prevede che i provider «inibiscono l’accesso ai siti» inseriti nella black list.
La stretta sulle armi fai-da-te
Dopo l’articolo 678 del Codice penale il Governo propone di inserire un articolo 678 bis che punisce con l’arresto fino a 18 mesi e con l’ammenda fino a 247 euro la «detenzione abusiva di precursori di esplosivi», le sostanze usate per fabbricare “bombe” in casa. Un altro articolo, il 679-bis, è previsto per punire con l’arresto fino a 12 mesi o con l’ammenda fino a 371 euro anche chi omette di denunciare il furto o la sparizione dei “precursori” e con la sola sanzione da mille a 5mila euro chi non segnala «transazioni sospette». Il ddl allenta poi le maglie del trattamento dei dati personali da parte delle forze di polizia e inserisce i nuovi reati tra quelli per i quali possono essere autorizzate «condotte previste dalla legge come reato» per le quali non è opponibile il segreto di Stato. (M. Per.)
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