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Zanny Minton Beddoes, la prima donna a dirigere l’Economist

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cambio al timone del settimanale britannico

Zanny Minton Beddoes, la prima donna a dirigere l’Economist

Zanny Minton Beddoes (Corbis)
Zanny Minton Beddoes (Corbis)

Per la prima volta nei 172 anni della sua storia l’Economist ha una direttrice. Si chiama Zanny Minton Beddoes, ha 55 anni e lavora nella rivista britannica dal 1994 come responsabile del settore Business Affairs (le pagine di economia, finanza e scienza). «Il Consiglio di amministrazione ha scelto Zanny, che ha grandi capacità di leadership e grande esperienza del nostro giornale ed è un’autentica portavoce dell’Economist e dei suoi valori», ha annunciato il presidente del board Rupert-Pennan Rea. Minton Beddoes, che succede a John Micklethwait, dallo scorso dicembre nominato direttore di Bloomberg News, si è imposta sui colleghi Tom Standage (digital editor) ed Edward Carr (responsabile esteri).

Un curriculum d’eccezione
Dalla sua Minton Beddoes ha un curriculum d’eccezione. Laureata a Oxford, master a Harvard, è un’esperta economista. Prima di entrare all’Economist è stata consulente del ministero delle Finanze polacco in un gruppo guidato da Jeffrey Sachs della Harvard University. Poi ha lavorato per due anni al Fondo monetario internazionale, dove ha seguito i programmi di aggiustamento macroeconomico in Africa e le economie di transizione dell’Europa orientale. Assunta dall’Economist, per due anni ha continuato a lavorare da Washington come editorialista. Dal 1996 ha assunto il il ruolo di corrispondente per i mercati emergenti: ha viaggiato molto in America Latina e nell’Europa dell’Est. Infine la promozione a responsabile del settore economico, cuore del settimanale.

Liberale ma attenta alle disuguaglianze
Il Financial Times la definisce «coerente con il liberalismo economico dell’Economist», citando una sua frase scritta durante la crisi del 2008: «Mercati più liberi e più flessibili faranno più per l’economia mondiale della pesante mano del Governo». Ma, ricorda il Ft (la cui proprietà controlla anche una quota dell’Economist), la neo direttrice è sensibile al tema delle disuguaglianze firmando nel 2012 un servizio che lanciava un appello ai Governi affinché combattessero le disuguaglianze con una spesa sociale più mirata e progressiva.

Le sfide che la attendono
Sotto la guida di Micklethwait l’Economist ha visto crescere le copie diffuse del 40%, arrivando due anni fa alla cifra record di 1,6 milioni grazie anche all’aumento dei lettori delle copie digitali a pagamento. Ma il numero è crollato l’anno scorso dopo che il settimanale ha ridotto gli abbonamenti scontati. E comunque il 90% delle vendite restano cartacee. La sfida del modello editoriale giusto per competere con i big delle news online è dunque ancora apertissima. Non solo: Minton Beddoes dovrà scongiurare quanto è successo alle sue colleghe Jill Abramson e Natalie Nougayréde, le prime donne nominate direttrici rispettivamente del New York Times e di Le Monde, entrambe “disarcionate” poco dopo per incomprensioni e ostilità con le redazioni. Segno che alle donne al comando non si perdona ciò che da sempre si perdona agli uomini.

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