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Grecia, chi è il falco Yanis Varoufakis, il nuovo ministro delle…

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l’uomo chiave del nuovo governo

Grecia, chi è il falco Yanis Varoufakis, il nuovo ministro delle Finanze che tratterà con l’Europa

Yanis Varoufakis (Ap)
Yanis Varoufakis (Ap)

Si definisce un «economista accidentale», approdato all’insegnamento dell’economia dopo aver studiato matematica e statistica, ed è l’espressione della linea dura di Syriza contro l’austerity imposta ad Atene dai creditori internazionali. Probabilmente già oggi Yanis Varoufakis - 53 anni, uno degli accademici che Alexis Tsipras ha chiamato dalle loro sedi universitarie all’estero per andare a costituire il nucleo della futura squadra di governo - giurerà da ministro delle Finanze, come ha confermato lui stesso in un’intervista radiofonica a un’emittente irlandese.

Sarà dunque Varoufakis, doppia nazionalità greca e australiana, l’interlocutore con cui leader e istituzioni europee andranno a trattare la rinegoziazione del debito. E la trattativa non si annuncia facile. Basta scorrere interviste e prese di posizione pregresse del professore, ex consigliere di George Papandreou, oggi docente di Economia alla texana Lyndon Johnson University di Austin e autore di volumi sulla crisi finanziaria e sulla teoria dei giochi oltre che di una “Modest Proposal” per l’uscita dalla crisi dell’eurozona, scritta con gli economisti Stuart Holland e James K. Galbraith.

«Distruggeremo le basi su cui hanno costruito, decennio dopo decennio, un sistema che succhia l’energia e il potere economico da ogni altro membro della società», dichiarò non molto tempo fa alla televisione britannica. Quanto alle politiche di austerity collegate ai salvataggi dei Paesi in crisi dell’Eurozona, Varoufakis le ha definite «waterboarding fiscale» che rischia di trasformare l’Europa in «un riformatorio vittoriano», mentre in campagna elettorale ha promesso di annientare le oligarchie greche. Sono come un «teologo ateo nascosto in un monastero medievale» ha detto a proposito delle sue posizioni contro la teoria economica convenzionale che prevede, in risposta alla crisi, rigore di bilancio e riforme strutturali liberiste.

Tuttavia il prossimo ministro delle Finanze, vera e propria eminenza grigia di alcune delle più note posizioni di Syriza, pur ritenendo un errore l’ingresso di Atene nell’Eurozona, non parla oggi di uscire dall’unione monetaria, ma sostiene che l’Europa deve cambiare radicalmente il suo approccio alla crisi. E, nell’intervista concessa oggi, inizia a rassicurare i partner: «Come ministro delle Finanze, posso assicurarvi che non andrò all’Eurogruppo cercando una soluzione che sia buona solo per il contribuente greco e cattiva per l’irlandese, lo slovacco, il tedesco, il francese e l’italiano».

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