Sono 9 le vittime dell'attacco ad opera del ramo locale di Isis contro l'hotel Corinthia di Tripoli, dove risiedeva anche il premier islamista, Omar al Hasi, obiettivo dell'azione, tratto in salvo dalla scorta. Tra le 9 vittime si contano anche 5 stranieri fra cui anche un cittadino americano, riferisce via Twitter la Nbc News. I primi morti sono stati 3 guardie libiche, uccise nell'irruzione nell'hotel dal commando jihadista subito dopo l'esplosione di un'autobomba per distrarre l'attenzione.
I cinque stranieri, tra cui 2 donne, sono stati uccisi dal commando a colpi d'arma da fuoco. Mentre un altro libico, preso in ostaggio dai terroristi, è morto quando questi si sono fatti saltare in aria azionando i giubbetti esplosivi che celavano sotto i vestiti. La situazione è ora sotto controllo ha chiarito il capo della sicurezza localem Issam al-Naass, che però non ha reso nota la nazionalista degli ostaggi.
Tutto è iniziato alle 8 quando prima il commando ha fatto saltare prima un'autobomba nel parcheggio e poi si e' fatto strada nell'albergo aprendo il fuoco e prendendo ostaggi. L'azione, compiuta della ramo locale di Isis, è la vendetta per la morte in carcere negli Usa il 2 gennaio scorso di Abu Anas al-Libi. Si tratta dell'organizzatore degli attentati contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998, in cui vennero uccise 200 persone, il primo attazzo attribuito ad al Qaeda. Lo hanno rivendicato gli stessi seguaci locali del califfo Abu Bakr al baghdadi. Al-Libi è morto di cancro.
Il direttore dell'ente per la protezione delle missioni diplomatiche in Libia, il colonnello Khaled Abu Zaheir, ha smentito invece le notizie circolate sulla presenza di diplomatici statunitensi nell'albergo al momento dell'attacco.
I tre membri del commando si erano asserragliati al 24esimo piano del Conrinthia, abitualmente occupato dall'ambasciata del Qatar, evacuata dallo scorso anno. Quando le forze di sicurezza li hanno circondati bloccando ogni uscita, i tre hanno azionato i giubbetti esplosivi, avendo quindi gia' previsto che sarebbe stata una missione suicida.
L'attacco, scrive il libanese Daily Star, è stato rivendicato dalla filiale locale di Isis, il cosiddetto Califfato di Derna. L'attentato è avvenuto mentre sono in corso a Ginevra colloqui di pace sotto egida Onu tra delegazioni del governo del premier Abdullah al Thani riconosciuto dalla comunità interazionale e rappresentanti di parte delle forze islamiste, che controllano la Tripolitania e minacciano la Cirenaica.
La rete tv di Tripoli al-Nabaa ha riferito che «alti funzionari» governativi si trovavano all'interno dell'albergo. Al Corinthia si trovava il premier islamista, Omar al Hasi (non risconosciuto dalla comunità internazionale a differenza di al Thani) che è riuscito a scampare all’attentato dopo essere evacuato dal retro. Albergo frequentato anche dai diplomatici, i pochi ancora presenti a Tripoli.
Gentiloni: vogliono impedire la riconciliazione
Dopo l'attentato, l'Italia sta «monitorando in queste ore» tramite «l'intelligence e l'Unità di crisi» le «condizioni di sicurezza» necessarie per il normale svolgimento dell'attività diplomatica. Lo ha spiegato degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, a margine del suo incontro di oggi a Rabat, in Marocco, con l'omologo Salaheddine Mezouar. «Teniamo la situazione costantemente sotto controllo anche in questi minuti, in queste ore» ha confermato il capo della Farnesina. Gentiloni ha aggiunto: l’attacco di oggi a Tripoli «è un tentativo di boicottare, danneggiare, influenzare negativamente gli sforzi di riconciliazione che si stanno facendo in queste ore a Ginevra».
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