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Quirinarie M5s, tempi dimezzati e votanti raddoppiati rispetto al 2013

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la corsa al colle

Quirinarie M5s, tempi dimezzati e votanti raddoppiati rispetto al 2013

Ricordate le prime Quirinarie del M5s? Era il 15 aprile del aprile 2013. Ci furono 10 ore per votare (dalle 11 alle 21) e parteciparono alla consultazione on line per la scelta del candidato presidente della Repubblica pentastellato 28.518 iscritti certificati su 48.292 aventi diritto. Non mancarono le polemiche, perché mentre la graduatoria dei candidati fu resa nota subito, i voti ricevuti da ognuno furono pubblicati solo dopo 8 giorni, il 23 aprile. In quell'occasione, forse per giustificare il motivo di tanta attesa, si specificò che il voto era stato verificato dalla società di certificazione internazionale DNV Business Assurance.

Quirinarie 2015 non certificate
Ieri, dopo la pubblicazione dei risultati delle Quirinarie, sul blog non è comparso nessun avviso di certificazione dei risultati. Lo staff comunicazione della Camera non sa se la votazione sia stata certificata o meno. La Casaleggio Associati, che gestisce il blog di Grillo, invita a mandare una mail utilizzando un apposito format sul blog. Quest’ultimo, a sua volta, avvisa che, causa congestione, non tutte le domande inviate avranno risposta. Tutto lascia pensare però che non ci sia stata nessuna certificazione. Tanto più che i tempi erano strettissimi: le votazioni si sono chiuse a un'ora dall'inizio del primo scrutinio per l'elezione del capo dello Stato. E i risultati sono stati pubblicati dopo soli 25 minuti dalla chiusura delle urne on line. La mancata certificazione sarebbe però una scelta discutibile, dal momento che il regolamento di cui è dotato il M5s a fine 2014 prevede esplicitamente «la regolarità di funzionamento del sistema verificata e certificata da un organismo tecnico indipendente, nominato con cadenza triennale dal consiglio direttivo dell'associazione».

Partecipazione raddoppiata
Non solo. La certificazione di una società esterna sarebbe auspicabile per spazzare via ogni dubbio su alcune potenziali “incongruenze”, che potrebbero alimentare sospetti (naturalmente indimostrabili) sulla regolarità del voto. Vediamone alcune. Prima di tutto la partecipazione raddoppiata. Gli iscritti certificati che hanno votato il 29 gennaio 2015 risultano essere stati 51.677, quasi il doppio rispetto a due anni fa (quando furono 28.518), malgrado la votazione si sia svolta in un periodo di tempo dimezzato (5 ore, dalle 9 alle 14) rispetto al 2013. Così il più votato in questa tornata, Ferdinando Imposimato, con i suoi 16.653 voti, ha avuto consensi tre volte superiori a quelli della prima classificata alle Quirinarie 2013 (Milena Gabanelli raccolse 5.796 voti). Da notare che gli iscritti certificati erano 48.292 due anni fa. E che il tasso di astensionismo fu allora del 41%. Da un po' di tempo il blog, in occasione di votazioni dell’assemblea degli iscritti, pubblica solo il dato dei partecipanti al voto e non quello degli aventi diritto. Considerando lo stesso tasso di astensione di due anni fa, gli iscritti certificati dovrebbero essere diventati circa 90mila.

Voti sestuplicati a Imposimato e Prodi
Altra potenziale anomalia. Il boom di voti di alcuni candidati che si erano già presentati alle Quirinarie 2013. Imposimato, ospite recentemente sul palco della Notte dell'Onestà grillina a Roma, risulta aver più che sestuplicato i voti (nel 2013 furono 2.476). Una moltiplicazione esponenziale registra anche Prodi, la cui candidatura sarebbe stata sponsorizzata da Casaleggio in persona. Il Professore, fondatore dell'Ulivo, considerato uno dei padri dell'euro, ha settuplicato i consensi (passati da 1.394 nel 2013 a 10.288 ieri), malgrado la campagna per l'uscita dall'euro lanciata da Grillo in questi mesi. Come pure colpiscono i 5.787 voti di Bersani, lanciato da Alessandro Di Battista (uno dei membri del direttorio) durante l'assemblea dei parlamentari M5s: un nome non proprio amato dal popolo grillino.

Precisazione
Ho escluso le ultime tre righe della versione precedente di questo articolo perché compariva un banale errore di calcolo in base al quale sembrava emergere un’incongruenza anche nella somma totale dei voti. Quella incongruenza in realtà non c’è. Me ne scuso con i lettori e con gli organizzatori delle Quirinarie.

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