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Parigi: «Atene resta nell’euro, alleggerire il…

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la bilaterale con varoufakis

Parigi: «Atene resta nell’euro, alleggerire il debito». Colloquio Renzi-Merkel

Il debito greco «è una questione», ed «è un bene che il governo odierno cerchi di fare in modo che in futuro questo fardello sia meno pesante». Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, al termine di una bilaterale con l'omologo greco Yanis Varoufakis. Quella del debito è però solo «una questione tra le tante» che devono essere trattate per il rilancio della Grecia e dell'Europa. «La Grecia è nell'euro e resterà nell'euro», ha poi aggiunto Sapin.

Varoufakis: legare il pagamento del debito alla crescita
Il modo migliore per aiutare la Grecia è trovare un accordo che faccia ripartire da zero l'intera situazione. Questo si può fare solo legando il pagamento dei debiti di Atene (240 miliardi di euro che deve alla troika, Bce-Ue-Fmi) alla crescita del Paese. Questa la proposta avanzata dal ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis da Parigi.
Ad Atene serve più tempo perché al momento la Grecia è «disperata» per le prossime scadenze economiche. Varoufakis ha ribadito come la Grecia non intenda uscire dall'euro perché l'accordo è irrevocabile. La Grecia, ha aggiunto, ha tempo fino alle fine del mese per preparare una proposta dettagliata (il 28 febbraio scade il programma di aiuti della troika) e da allora entro sei settimane può elaborare un accordo con i partner.
Il nuovo governo greco vuole «riformare la Grecia, con impegno», nell'ambito di «un cambiamento dell'Europa che interrompa il circolo vizioso che si autoalimenta del debito e della deflazione». Nei prossimi giorni, il nuovo ministro delle Finanze greco visiterà diverse «capitali europee», tra cui Berlino e Francoforte, dove incontrerà rappresentanti della Bce.

Il colloquio Renzi-Merkel
Intanto nel pomeriggio si è registrato un lungo colloquio telefonico tra Matteo Renzi e Angela Merkel, all'indomani dell'elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Secondo quanto si apprende, al centro della telefonata c'è stata la situazione europea, con particolare riferimento alla crisi greca e ai suoi possibili effetti sull'economia dell'Unione.

L’offensiva diplomatica greca
Il nuovo governo greco di Alexis Tsipras comincia oggi un'offensiva diplomatica in Europa per cercare di conquistare consenso attorno alla sua richiesta di rinegoziare l'oppressivo debito di 240 miliardi di euro, anche se la Germania ha detto che non ne vuol neanche sentir parlare.
Il vigoroso neoministro anti-austerità dell'Economia Yanis Varoufakis, che vorrebbe una cancellazione di metà del debito, oggi è appunto a Parigi prima di dirigersi domani a Londra e successivamente Roma.

Il tour di Tsipras
L'offensiva diplomatica tuttavia non è solo il tour del ministro delle Finanze. Ieri sera Tsipras ha parlato al telefono col governatore della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi, mentre sono stati messi in programma incontri con il presidente del consiglio Matteo Renzi, con il presidente francese Francois Hollande e con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per la prossima settimana.

Il macigno del debito greco
Nonostante una ristrutturazione nel 2012, la Grecia è ancora schiacciata da un debito che supera il 175% del Pil, un record nell'Ue. Questo debito schiaccia l'economia di Atene, che vive una profondissima crisi. Il partito di sinistra Syriza, arrivato al potere, ha promesso la fine dell'austerità e il rilancio dell'economia. Nella sua prima settimana al potere, il governo ha cancellato la privatizzazione dei due principali porti del paese, della compagnia elettrica e ha annunciato l'aumento del salario minimo.
Varoufakis ha detto che non intende più trattare con il team negoziale Ue-Fmi che si trova ad Atene, dicendo che questo non ha autorità per rinegoziare il prestito. «Non voglio far perdere loro tempo» ha commentato sarcasticamente al settimanale To Vima.
Alla Grecia della precedente gestione sono stati promessi altri 7,2 miliardi di euro in fondi da Ue, Fmi e Bce, ma vincolati a una valutazione sulle riforme realizzate entro la fine di febbraio. Varoufakis ha detto che il suo governo non vuole prestiti, ma ci sono preoccupazioni che il paese possa non farcela senza.

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