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ECONOMIA ELVETICA

Svizzera, voci di intervento della Banca centrale. E il super-franco ingrana la retromarcia

La mossa shock della Banca centrale svizzera comincia a far sentire i suoi effetti sull’economia. E il super-franco inizia a rallentare, anche in seguito alle voci di nuovi interventi della Banca centrale per evitare un suo eccessivo apprezzamento.

L’indice dei direttori acquisti relativo al mese di gennaio (Pmi, Purchasing Managers Index) è scivolato infatti a quota 48,2, ben al di sotto dei 50 punti che segnano lo spartiacque tra crescita e contrazione dell’industria. Si tratta di una caduta ben superiore alle stime degli analisti, che prevedano un calo a 49,2, ma soprattutto rappresenta un crollo di oltre cinque punti rispetto ai 53,6 di dicembre (un calo che non si vedeva dal novembre 2008, cioè dopo il tracollo di Lehman Brothers) cioè prima dell’intervento della Banca centrale elvetica del 15 gennaio scorso.

In quell’occasione infatti la banca aveva rinunciato a difendere il tetto di 1,20 nel cambio euro-franco, portando in pochi minuti la valuta svizzera a volare ben oltre la parità con la moneta unica, fino a quota 0,86.

«L’outlook - spiega in una nota Credit Suisse - è stato chiaramente condizionato dall’abbandono del tasso minimo di cambio da parte della Banca nazionale svizzera». L’indice Pmi mostra che tre quarti delle aziende elvetiche non erano preparate alla rapida rivalutazione del franco e che solo il 48% di queste si aspetta un indebolimento della valuta nel prossimo anno.

In realtà negli ultimi giorni il super-franco ha mostrato segni di rallentamento, accentuatisi oggi dopo la diffusione del dato dei direttori acquisti. La moneta oggi è stata a lungo scambiata a 1,0530 contro l’euro, il livello più basso da quando la Banca centrale è intervenuta il 15 gennaio scorso, dopo aver toccato nelle prime ore di contrattazione un minimo di 1,057 (nel pomeriggio ha recuperato parzialmente).

La valuta scende anche per le indiscrezioni, riportate dal quotidiano elvetico Schweiz am Sonntag, su un nuovo tetto sul cambio deciso informalmente dalla Banca centrale svizzera e fissato in un corridoio di 1,05-1,10. Un portavoce della banca non ha commentato l’indiscrezione. Sul mercato circolano anche voci di interventi della banca centrale per indebolire il cambio.

«Il nostro consiglio - spiegano gli analisti di Fx Street - è di essere molto cauti nel trading del franco svizzero nei prossimi giorni. Se la Banca centrale non confermasse questi rumors infatti il franco potrebbe risalire. Fino a quando non ci saranno conferme o smentite, ci aspettiamo una forte volatilità sulla valuta».

Intanto il super-franco fa sentire i suoi effetti anche sul fronte dell’occupazione. Il gruppo finanziario Julius Baer ha annunciato proprio oggi un piano di risparmi da 100 milioni di franchi che prevede il taglio di 200 posti di lavoro, allo scopo di «mitigare l’impatto del cambio». La banca ha 5.247 dipendenti, di cui 3mila in Svizzera. Il titolo Julius Baer ha reagito con un balzo del 7 per cento. (G.Me.)

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