Italia

Ddl Boschi, Forza Italia: faremo di tutto per rallentare la…

  • Abbonati
  • Accedi
DDL BOSCHI: sel , fdi e m5s lanciano libri in aula

Ddl Boschi, Forza Italia: faremo di tutto per rallentare la riforma. Si dimette il relatore, bagarre in aula

Bagarre in aula nel corso della discussione sulla riforma del bicameralismo e del Titolo V. Stamani l'Aula di Montecitorio ha ripreso a votare in seconda lettura il ddl Boschi (siamo a circa metà dell'articolato) dopo lo stop ai lavori per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Le votazioni sono l'atteso banco di prova dei rapporti di forza tra maggioranza e opposizione dopo la rottura del patto del Nazareno Pd-Fi.

Sisto si dimette da relatore. Brunetta: faremo di tutto per rallentare riforma
A conferma del clima cambiato, in apertura di seduta l’annuncio delle sue dimissioni da relatore del provvedimento da parte del presidente della I commissione, Francesco Paolo Sisto: «Per coerenza, e per ribadire che d’ora in avanti Forza Italia farà opposizione, e intende scegliere e votare solo quello che le piace» della riforma Boschi. «Faremo di tutto per rallentare questo percorso verso il disastro», ha aggiunto il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, intervenendo in Aula dopo le dimissioni di Sisto. In fibrillazione anche Lega e M5S, che insieme a Fi e Fdi hanno chiesto il ritorno in commissione del ddl, richiesta poi bocciata dall’Aula con 141 voti di differenza.

Sel, Fdi e M5S lanciano libri sui banchi della presidenza e del governo
Nel pomeriggio è bagarre in aula, con i deputati di Sel , Fdi e M5S che lanciano volumi degli emendamenti verso i banchi della presidenza e del governo nell'Aula per protestare contro i tempi contingentati. Quando il capogruppo Arturo Scotto aveva appena finito di parlare per l'ultimo intervento di Sel sulle riforme, visto che il suo gruppo aveva esaurito i tempi, è scoppiata la bagarre: dai banchi di Sel sono cominciati a volare grossi fascicoli degli emendamenti (ciascuno di circa 400 pagine) verso il banco della presidenza e del governo. Il lanciatore più “preciso” è stato Adriano Zaccagnini, il cui fascicolo ha quasi sfiorato un rappresentante del governo. Mentre la vicepresidente Sereni cercava di mettere ordine, fascicoli sono stati lanciati anche dai banchi di Fdi e M5S. Sereni ha richiamato all'ordine due volte Scotto ed espulso Zaccagnini. Poi, davanti al crescere dei tumulti, ha sospeso la seduta. «Togliere il tempo per intervenire al secondo gruppo parlamentare è una bestemmia - ha dichiarato Carlo Sibilia del M5S in aula - questo diktat creerebbe un precedente impressionante, se non si fa un allungamento dei tempi per la discussione su una riforma costituzionale visto che lo abbiamo fatto per tutte le leggi».

Fino a sabato tour de force di votazioni
Da oggi a sabato l'Aula sarà dunque impegnata in un tour de force di circa 1.600 votazioni tra emendamenti e articoli (circa 700) e subemendamenti (circa 900). Per centrare l'obiettivo promesso dal premier si voterà ogni giorno tra le 9.30 e le 14 e tra le 15 e le 23. Stamattina, prima della ripresa del ddl riforme, l’Aula ha bocciato le quattro questioni pregiudiziali promosse dalle opposizioni sul decreto legge sulla riforma delle banche popolari (in scadenza il 25 marzo), all'attenzione delle commissioni Finanze e Attività produttive di Montecitorio. Nel pomeriggio, in programma anche il Consiglio dei ministri, convocato alle ore 18.30. L’ordine del giorno verrà definito nelle prossime ore.

Causi: limiti al diritto di voto per mantener il carattere “public” delle Popolari
Nel corso della sua relazione davanti alle commissioni VI e X, il relatore al Dl popolari, Marco Causi (Pd), ha sottolineato come la riforma «è importante e attesa ed è offensiva, non difensiva, perché consentirà di rafforzare il sistema». Al Governo, Causi ha chiesto di inserire «dei limiti all'esercizio di voto», così come già esistono , «al 5% o al 3%, questo si può vedere», con l'obiettivo di «mantenere la caratteristica “public”, cioè la proprietà diffusa» degli istituti. La richiesta, ha replicato il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, verrà valutata «quando entreremo nel merito della proposta».

© Riproduzione riservata