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Ubi Banca, Cdo e Confiab, nuove perquisizioni. L’accusa: «illecita influenza» sull’assemblea 2013

Perquisizioni nelle sedi di Ubi banca, della Compagnia delle Opere e della Confiab (Confederazione degli artigiani di Bergamo) sono state effettuate dalla mattina di mercoledì ad opera della Guardia di Finanza le perquisizioni sono state disposte dalle Procura di Bergamo. Si ipotizzano irregolarità durante l'assemblea della banca del 2013, nel corso della quale sono stati eletti il Consiglio di Sorveglianza e il Consiglio di gestione dell'istituto. In particolare - secondo l'accusa - sarebbero state raccolte illegalmente deleghe in bianco e anche deleghe con firme falsificate.

«Illecita influenza su assemblea»
È «illecita influenza su assemblea» il nuovo capo d'accusa contestato nel nuovo filone di inchiesta su Ubi banca al presidente del consiglio di sorveglianza di Banca Intesa San Paolo, Giovanni Bazoli, nella qualità di presidente dell' Associazione banca lombarda e piemontese. L'indagine, condotta dalla Procura di Bergamo, era scattata a maggio scorso e ipotizzava il reato di ostacolo agli organi di vigilanza nei confronti di diversi top manager dell'istituto di credito: insieme a Bazoli, anche il presidente del consiglio di gestione, Franco Polotti, il presidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio e il vicepresidente Mario Cera, l'amministratore delegato di Ubi Victor Massiah e il consigliere di amministrazione di Popolare Bergamo, Emilio Zanetti.

Nel mirino del pm di Bergamo, Fabio Pelosi, è finita l'assemblea del 2003 che ha rinnovato i vertici della banca. Secondo l'ipotesi accusatoria, Bazoli e altri dirigenti dell'istituto avrebbero rastrellato deleghe in bianco, in alcuni casi anche fasulle, a sostegno della lista guidata da Moltrasio che poi sarebbe risultata vincente. Nomine pilotate, insomma, grazie anche all'«asservimento» (la definizione è di un investigatore) della Compagnia delle Opere e della Confiab (associazione degli artigiani di Bergamo), che avrebbero contribuito al rastrellamento delle deleghe sospette e che proprio per questo sono state oggetto di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza.

In un altro filone dell’indagine sono contemplati anche reati di truffa e riciclaggio, contestati a ex dirigenti di Ubi Leasing: la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aeromobili. Tali beni - sempre secondo le ipotesi dell'accusa - venivano ceduti in leasing a persone fisiche e società.

Nell'inchiesta vi sono altri cinque indagati: Antonella Bardoni, presidente della Confiab (Confederazione artigiani di Bergamo) e componente il consiglio di sorveglianza di Ubi Banca; Giuseppe Sciarrotta, responsabile del servizio rapporti con i soci dell'istituto; Guido Marchesi, consulente dello stesso servizio; Marco Mandelli, direttore generale della Banca Popolare Commercio e Industria (gruppo Ubi); Rossano Breno, in passato presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo. Il pm Pelosi ipotizza nei loro riguardi il reato di illecita influenza su assemblea, previsto da una specifica norma del codice civile.

Bazoli: «Totale estraneità ai fatti»
La recente attività investigativa disposta dalla Procura di Bergamo su Ubi Banca «afferisce al medesimo procedimento in corso dall'anno passato». È quanto ha indicato in una nota Giovanni Bazoli dichiarando «la propria totale estraneità ai fatti che sono oggetto delle nuove prospettazioni di indagine».

Le reazioni
«Le dimissioni dei vertici pro tempore di Ubi sono, a questo punto, tanto urgenti quanto inevitabili, essendo venuto palesemente meno il richiesto requisito della onorabilità». Giorgio Jannone, presidente delle Cartiere Pigna, ex parlamentare del Pdl e capofila dei soci critici dell'istituto, torna a chiedere un passo indietro degli esponenti di primo piano (attuali ed ex) del gruppo e rivendica che le perquisizioni odierne, dopo quelle dello scorso maggio, «sono conseguenza dei miei esposti e delle mie denunce».

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